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Roma non ospiterà le Olimpiadi del 2020

Ormai certo il no del Governo alle olimpiadi di Roma 2020, a pesare sulla decisione dell’Esecutivo la crisi economica e i dubbi su costi e ritorno in termini economici e occupazionali dell’evento sportivo più importante del mondo.
A cura di Antonio Palma
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Sembra ormai certo il no del Governo alle olimpiadi di Roma 2020, a pesare sulla decisione dell'Esecutivo la crisi economica e i dubbi su costi e ritorno in termini economici e occupazionali dell'evento sportivo più importante del mondo.

Niente olimpiadi per Roma, sembra sfumato il sogno del Sindaco Alemanno e di tutta l'amministrazione capitolina di poter partecipare alle selezioni per la sede delle prossime olimpiadi del 2020. Il Governo è propenso per il No dopo settimane di negoziati e il vertice conclusivo di oggi a Roma, dove Monti e i Ministri interessati annunceranno nelle prossime ore la decisione definitiva. Troppi dubbi sui costi da sostenere e troppe poche certezze sul ricavato e i probabili introiti che potrebbero ostacolare il pareggio di bilancio per i conti pubblici italiani, elemento fondamentale di tutto il lavoro del Governo tecnico.

SUL NO PESERA' LA CRISI ECONOMICA – Insomma il lato economico in tempo di crisi sembra prevalere su quello emotivo e i precedenti infruttuosi come quello di Atene 2004, che ha lasciato numerosi debiti alla Grecia, e i costi lievitati a dismisura delle Olimpiadi di Londra, hanno consigliato al Governo di non sbilanciarsi. Potrebbe essere una doppia delusione per la Capitale che, dopo aver perso la candidatura proprio per l'appuntamento del 2004, ora vede definitivamente allontanarsi la speranza di poter ospitare l'appuntamento sportivo più importante del Mondo dopo quello ormai storico degli anni 60. Per il Governo le garanzie economiche e finanziarie richieste dal Comitato olimpico per l'accettazione della candidatura non sono sopportabili per le casse pubbliche e, dunque, la mancata firma del Premier renderebbe di fatto decaduta la proposta di Roma.

MOLTE PERPLESSITA' SUL RITORNO ECONOMICO DELL'EVENTO – Per molti il no è un peccato perché ritengono l'evento un possibile strumento di rilancio e sviluppo per il Paese, ma per molti altri si può trasformare in un follia in tempi di crisi economica dove le risorse finanziarie scarseggiano e la mancanza di liquidità dello Stato non permette di varare riforme onerose per le casse pubbliche. La politica, che in maggioranza pur avrebbe gradito l'evento, è conscia del pericolo e ha già assicurato di voler accettare qualsiasi decisione dell'Esecutivo, a parte la comprensibile preoccupazione del sindaco Alemanno e delle amministrazioni Provinciali e comunali di Roma. Del resto molte perplessità sono arrivate anche dai sindacati che contestano la priorità dell'evento e la capacità di ritorno in termini economici e occupazionali. A contendersi lo scettro di capitale dello sport per il 2020 ci sono altre cinque città, Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku che avranno tempo fino al 7 settembre 2013 per cercare di convincere i delegati del Cio di essere in grado di ospitare il più grande appuntamento sportivo.

AGGIORNAMENTO – La decisione del  Presidente del Consiglio è ufficiale, il Governo non firmerà la lettera di garanzia finanziaria richiesta dal Cio facendo decadere la candidatura di Roma. Il Premier ha illustrato le sue decisioni nel corso dell'atteso vertice con il comitato promotore alla presenza di Mario Pescante, del presidente del Coni, Petrucci e del sindaco di Roma, Alemanno. Monti, dopo aver apprezzato il lavoro svolto dal comitato e aver chiarito di condividere lo spirito dell'iniziativa, ha fatto capire che in altre circostanze avrebbe considerato il rischio accettabile, ma nella situazione in cui si trova l'Italia attualmente "non sarebbe responsabile né coerente impegnare l'Italia in questo tipo di garanzia che potrebbe mettere a rischio denari dei contribuenti".

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