Roma, decapita una donna e aggredisce agenti. Ucciso l’assassino
Ore 22.20 – La sorella di Lionelli: "Gli hanno sparato, questo è grave. Lui aveva un coltello, la polizia le pistole. Lo hanno colpito al cuore: perché hanno mirato lì? Mi diano una risposta. Federico non prendeva tranquillanti, era uno splendido zio per i miei figli di 3 e 6 anni" ha dichiarato. I proprietari della villa, poi, sono rientrati in serata a bordo di un Suv. Successivamente hanno lasciato l'abitazione per dirigersi verso la Questura.
Ore 21.45 – Il killer, Federico Leonelli, 35enne, indossava una maschera filtro, pantaloncini mimetici e anfibi ai piedi. La macchina dell'uomo era una Chevrolet Cruze grigio scura, parcheggiata dentro al parco della villa: adesso l'auto è stata portava via dalla Scientifica poiché sul parabrezza sono stati trovati due fori, probabilmente di proiettile. La lite con la donna potrebbe essere cominciata sulle scale che portano allo scantinato, dove sono state trovate le ciabatte insanguinate della povera vittima. L'uomo, tra l'altro, l'avrebbe colpita più volte con un coltello: alla base del gesto folle, forse, un tentato stupro.
Ore 18.10 – Il killer si chiamava Federico L., aveva 35 anni ed era ospite nell'abitazione da un paio di mesi. La villetta era di proprietà di una famiglia romana, poi partita per le vacanze. La donna, Oksana M., era di nazionalità ucraina e lavorava nella casa come domestica: mai in passato avrebbe denunciato per stalking o minacce l'uomo. Sulla vicenda sono al lavoro gli inquirenti della Procura di Roma coordinati dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani, ma a quanto pare il movente sarebbe da ricercare in una tentata violenza sessuale.
Ore 16.00 – L'assassino non è di nazionalità origine slava, come comunicato in un primo momento, bensì un 35enne italiano. Secondo fonti investigative vittima e carnefice non erano proprietari dello stabile, ma forse vi prestavano solo servizio. Il killer – biondo, palestrato e con gli occhi chiari – avrebbe parcheggiato l'auto davanti all'ingresso. La vittima sarebbe una donna di 42 anni.
UPDATE – Uno dei Vigili del Fuoco intervenuti per aprire la porta dell'appartamento ha riferito: "Quegli agenti hanno trattato a lungo con quell'uomo per farlo calmare, dicendogli di posare la mannaia insanguinata. Ma lui ci ha attaccati". Intanto è stato reso noto che la vittima sarebbe di origini probabilmente sudamericane e che invece il killer era vestito con abiti paramilitari. Secondo le prime indiscrezioni la casa dove si è consumato l'omicidio risulta appartenere ad una famiglia romana. L'assassino non farebbe parte del nucleo familiare.
Prima le telefonate al 113, poi l'arrivo della polizia, la scoperta del cadavere, la tentata aggressione con la mannaia e la morte in ospedale. Questa la sequenza dell'efferato omicidio consumatosi nella mattina di domenica 24 agosto in via Birmania, quartiere Eur di Roma. Su segnalazione di più telefonate, gli agenti di polizia si sono recati intorno alle 10.45 presso la villetta da cui, secondo le indicazioni si erano levate le grida di una donna. I poliziotti hanno seguito la scia di sangue che li ha condotti verso un seminterrato, la cui porta è stata aperta con l'ausilio dei Vigili del Fuoco. Qui hanno trovato il corpo della donna, decapitata e ancora immersa in una pozza di sangue, con vicino un uomo. Questi, armato della mannaia con cui probabilmente aveva ucciso la donna, si è scagliato contro gli agenti che, per fermarlo, hanno aperto il fuoco. L'uomo, gravemente ferito, è stato ricoverato nell'ospedale Sant'Eugenio, dove è morto poco dopo. Secondo una prima ricostruzione, la vittima, una donna straniera, era la compagna dell'uomo – italiano – scagliatosi contro la polizia.