Roberto Lassini ritira la sua candidatura e chiede scusa a Napolitano
Roberto Lassini ha deciso di farsi da parte e non correrà per un posto nel Consiglio comunale di Milano. L'ex sindaco di Turbigno, salito alla ribalta mediatica per aver tappezzato Milano con i manifesti "Via le Br dalle procure", ha comunicato la sua decisione in una conferenza stampa. Ed ha anche voluto scrivere una lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per scusarsi del suo comportamento. Una scelta quella di Lassini scontata e sorprendente allo stesso tempo: scontata per i ripetuti attacchi al suo operato piovuti copiosamente anche dal suo stesso partito; sorprendente perché dal primo momento l'ex sindaco di Turbigno era sembrato irremovibile sulla decisione di non ritirare la propria candidatura.
Nella vicenda hanno avuto un gran peso le dure parole di Napolitano che ha definito il suo gesto una "provocazione ignobile" e l'aut-aut della Moratti che proprio oggi ha fatto sapere di ritenere la propria candidatura "incompatibile con quella di Roberto Lassini". Nella lettera indirizzata al capo dello Stato, Lassini ha riconosciuto il proprio errore e s'è detto profondamente toccato dalle parole di Napolitano. Nella missiva si legge:
Chiedo pubblicamente scusa a lei che rappresenta la nostra Repubblica e il popolo italiano. E' giusto che renda conto di quello che ho fatto a quel popolo italiano verso cui ognuno di noi ha doveri inalienabili. Voglia accettare le mie scuse più sentite che rivolgo anche, e soprattutto, a tutte le vittime del terrorismo e i loro familiari che con il dolore devono convivere.
Lassini ha anche fatto sapere di aver rassegnato "le sue irrevocabili dimissioni" al coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani e che rinuncerà quindi alla campagna elettorale. Il Presidente del Senato Renato Schifani, che già aveva invitato il partito a prendere le distanze dall'operato di Lassini, ha definito la decisione dell'ex sindaco di Turbigno "una scelta giusta". La storia di Roberto Lassini, star per qualche giorno, finisce qui. Con un gesto che ci si attendeva e che, giustamente, è arrivato.