Roberta Ragusa, la procura: “Processate il marito Antonio Logli”
La procura di Pisa ne è convinta: il maggiore indiziato per la scomparsa di Roberta Ragusa è il marito Antonio Logli. Per questo la richiesta è che venga processato. “Ormai siamo convinti del nostro lavoro e chiederemo il rinvio a giudizio per Antonio Logli con l’accusa di omicidio”: così Ugo Adinolfi, il procuratore di Pisa dopo la consegna, avvenuta nei giorni scorsi, della relazione conclusiva dei carabinieri sulle indagini che scadono il 17 aprile. “Siamo convinti – ha sottolineato Adinolfi – che il lavoro fatto non lasci spazio ad altre interpretazioni e riteniamo dunque di avere gli elementi per sostenere l’accusa”. Roberta Ragusa è svanita nel nulla ormai più di due anni fa: era la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 quando l’imprenditrice pisana scomparve dalla sua casa di Gello. Il marito Logli, indagato per omicidio e soppressione di cadavere, ha sempre sostenuto di essere estraneo alla vicenda. Dormiva, a suo dire, quando Roberta è scomparsa.
Gli indizi contro Logli – Al lavoro conclusivo dei carabinieri hanno collaborato anche i militari del reparto crimini violenti del Ros: il loro lavoro ha affiancato quello dei colleghi pisani, scrutando in controluce Logli e analizzando, in filigrana, le sue mosse e la sua condotta. La relazione è una ricostruzione fattuale che mette in evidenza gli indizi di colpevolezza raccolti a carico di Logli e dai quali emergerebbe “un quadro convergente” di responsabilità per la scomparsa della moglie che esclude che la donna possa essersi allontanata volontariamente. Sul contenuto vi è ancora riserbo da parte della procura che non vuole concedere vantaggi alla difesa in vista della preparazione dell’avviso di chiusura indagini e della richiesta di rinvio a giudizio di Logli.