Roberta Ragusa, nuova testimonianza: “Sangue nel furgone di Antonio Logli”
Spunta una nuova importante testimonianza nel caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello (Pisa) la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Dopo un anno e mezzo una collega di Antonio Logli – il marito e unico indagato nell’inchiesta per omicidio volontario e occultamento di cadavere – è stata ascoltata in Procura. La donna lavora alla Geste, la società di servizi comunali di San Giuliano Terme, dove Logli è impiegato come elettricista. Se ha deciso di parlare solo ora è perché ha avvertito dei problemi di coscienza che l’hanno portata a confidarsi con un suo dirigente che poi ha contattato gli inquirenti. Nel corso della sua testimonianza la donna ha detto di aver trovato, circa un mese dopo la scomparsa di Roberta Ragusa, due fazzoletti di carta sporchi di sangue.
Fazzoletti trovati un mese dopo la scomparsa di Roberta – La testimone ha detto di aver trovato quei fazzoletti in un furgoncino della Geste che solitamente veniva utilizzato per lavoro proprio dal marito della Ragusa. Ufficialmente il veicolo in questione era fermo in garage dal novembre del 2011 – e quindi da prima della scomparsa di Roberta – perché Logli aveva segnalato un guasto. In realtà quel furgoncino – secondo quanto è emerso – aveva solo bisogno di un intervento di poco conto e chi aveva le chiavi avrebbe potuto utilizzarlo senza particolari problemi. Ora, dopo la nuova testimonianza, il mezzo è stato sequestrato dai carabinieri e verrà sottoposto ad accertamenti tecnico scientifici.