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L'omicidio di Roberta Ragusa

Roberta Ragusa, il caso si riapre: nuovo processo contro il marito Antonio Logli

La Corte di Cassazione ha infatti annullato con rinvio a giudizio il proscioglimento nei confronti dell’uomo, imputato per la scomparsa della moglie, Roberta Ragusa. Logli dovrà quindi affrontare il processo per l’omicidio e la distruzione del cadavere della donna.
A cura di Biagio Chiariello
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La Corte di Cassazione si è opposta al proscioglimento di Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa, la donna scomparsa nel 2012 da San Giuliano Terme. Lo si apprende da fonti giudiziarie. I giudici supremi hanno accolto il ricorso presentato dalle parti civili e chiesto un nuovo processo per il marito della donna scomparsa nel gennaio del 2012 dall'appartamento familiare di San Giuliano Terme, vicino a Pisa, molto probabilmente, dice l’accusa, dopo un litigio con l’uomo, poi accusato dalla Procura di Pisa di averla uccisa e di avere distrutto il cadavere per non farlo più ritrovare. Con la sentenza di oggi il tribunale di Pisa potrà nuovamente fissare una udienza preliminare per Logli, che deve rispondere di omicidio e occultamento di cadavere e un nuovo giudice sarà chiamato a decidere sull'eventuale rinvio a giudizio dell'uomo.

Perchè Antonio Logli dovrà affrontare un nuovo processo

Secondo la Procura, il gup di Pisa nel prosciogliere Antonio Logli “ha esorbitato dai suoi poteri, procedendo ad una valutazione di merito del materiale probatorio acquisito e così esprimendo un giudizio di colpevolezza dell’imputato, anziché limitarsi a valutare se gli elementi acquisiti risultino insufficienti, contraddittori o comunque non idonei a sostenere l’accusa in giudizio”. Non solo. Per l’accusa il giudice ha “omesso una valutazione globale del compendio indiziario, limitandosi ad un’analisi meramente parcellizzata e atomistica degli indizi, nonché omettendo, anche a causa di tale metodo errato, di verificare se le fonti di prova si prestassero a soluzioni alternative e aperte”.

“Siamo soddisfatti – ha commentato l'avvocato Nicodemo Gentile, parte civile nel processo per conto dell'associazione Penelope Italia – perché si riapre la speranza di dare giustizia a Roberta”.

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