Roberta Ragusa, chiesti 30 anni di carcere per Antonio Logli, il marito
Trenta anni: è questa la pena chiesta stamattina nei confronti di Antonio Logli, l'uomo accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere della moglie Roberta Ragusa, la donna scomparsa la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme (Pisa). Logli è presente in aula. Il primo a parlare è stato il pubblico ministero Aldo Mantovani e dopo di lui ha preso la parola anche il procuratore Alessandro Crini. Nel pomeriggio sarà il turno delle parti civili e della difesa per un'udienza fiume a porte chiuse che si protrarrà fino a stasera. Logli è arrivato in tribunale prima delle 8 a bordo di un'auto con i vetri oscurati per eludere fotografi e cineoperatori.
Il ricorso di Logli al rito abbreviato darà, in caso di condanna, la possibilità all'imputato di usufruire di uno sconto di un terzo della pena. Come detto, l'uomo è indagato per omicidio volontario e distruzione del cadavere. L'imputato, dal canto suo, si è sempre dichiarato innocente e nella prima udienza preliminare, poi appellata, è stato prosciolto.
Nei giorni scorsi Roberto Cavani e Saverio Sergiampietri, avvocati di Logli, hanno dichiarato: "La scelta del rito abbreviato non equivale ad assunzione di responsabilità alcuna ma è stata determinata dalla convinzione che le risultanze delle indagini istruttorie e difensive siano tali da permettere una compiuta decisione nel merito della vicenda senza necessità di approfondimento dibattimentale”. I legali hanno aggiunto che “la scelta del rito abbreviato è stata attentamente ponderata e valutata rappresentando a Logli ogni possibile sviluppo della vicenda giudiziaria ed è stata dallo stesso condivisa e la scelta del rito era una delle possibili opzioni difensive valutate sin dalla definizione del procedimento, introdotto con i ricorsi della Procure (Pisa e Firenze) e delle parti civili costituite, innanzi alla Cassazione”.
"Antonio Logli ci ha salutato con la mano a distanza quando siamo entrate in aula, ma noi non abbiamo risposto al suo saluto". E' scioccata Marika Napolitano, cugina di Roberta. "Ha sempre mantenuto un atteggiamento impassibile – ha aggiunto – e uno sguardo quasi di ghiaccio. Ad alcune affermazioni dei pm e dei difensori di parte civile ha perfino mostrato quel suo ghigno, ormai noto a tutti, quasi fosse un sorriso di sfida. La richiesta di vent'anni di carcere e' la pena massima prevista per questo rito e noi speriamo che finalmente Roberta abbia giustizia". Presente anche l'altra cugina di Roberta, Maria Ragusa, che ha commentato: "Non spetta a me giudicare la congruita' della pena, certo non saranno i vent'anni a restituirci mia cugina ne' a restituire una madre ai propri figli".