Rivolte in Medio Oriente: 41 morti in Yemen, coprifuoco violato in Bahrein e scontri in Siria
La polveriera araba rischia di esplodere e trascinare nel fuoco della rivolta tutto il Medio Oriente: dallo Yemen alla Siria, tutte le monarchie e le repubbliche traballanti a maggioranza islamica cominciano a seguire le orme di Tunisia, Egitto e Libia, rivoltandosi contro le dinastie decennali che detengono il potere. Stavolta, l'Occidente non potrà stare fermo a guardare, è dalla Penisola Araba che proviene l'oro nero: il petrolio. Mentre la guerra civile in Libia giunge a una situazione di stallo, con la proclamazione della No Fly Zone da parte dell'Onu e il “cessate il fuoco” del governo di Muammar Gheddafi, il sangue scorre per le strade dello Yemen. Nella capitale Saana, sono stati uccisi dall'esercito 41 manifestanti che da mesi protestano contro il presidente Ali Abdullah Saleh, che ha indetto lo stato di emergenza nazionale dopo aver ricevuto l'appoggio di altri paesi arabi.
La folla in protesta a Saana, composta in maggioranza da giovani studenti, è stata colpita dal fuoco di esercito e polizia. Proiettili sparati ad altezza d'uomo, mirando al cuore e alla testa. In 41 sono rimasti uccisi anche dai miliziani fedeli al governo di Saleh. La protesta pacifica è stata dispersa davanti all'università della capitale. Dopo che un'auto è stata data alle fiamme, le forze dell'ordine hanno cominciato la violenta repressione.
Situazione tesa anche in Siria, dove una manifestazione di poche decine di protestanti è stata dispersa a Damasco. Decine di uomini, in maggior parte giovani, si erano radunati nel piazzale della moschea Omayydadi e aveva dato via ad un sit-in di protesta. Agenti in borghese sono intervenuti per sgombrare l'area dagli oppositori al regime baatista che da cinquant'anni detiene il potere nella nazione.
Anche in Bahrein il fuoco delle proteste torna ad accendersi, migliaia di manifestanti sciiti si sono radunati in piazza nonostante i divieti delle autorità. Slogan contro il re al Khalifa e le truppe saudite arrivate nel paese nei giorni scorsi per contenere le proteste. In Arabia Saudita, il re Abdallah sta trattando con le forze dell'opposizione, annunciando una serie di riforme per innalzare i salari minimi dei dipendenti statali e l'elargizione di alcuni bonus sugli stipendi.