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Rio 2016, Paltrinieri show: oro! Detti, rimonta di bronzo

Paltrinieri domina dalla prima vasca e sogna il record del mondo. Quarto azzurro a vincere un oro olimpico nel nuoto. “E’ stata durissima, ora voglio il record del mondo”. Detti splendido bronzo: è la seconda volta che l’Italia porta due atleti sul podio nella stessa gara ai Giochi.
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Il mezzofondo ha un solo padrone, Gregorio Paltrinieri. L'azzurro domina dalla prima vasca e conquista un oro sensazionale. Sogna per 1300 il record del mondo, ma rallenta negli ultimi 100, là dove Sun Yang a Londra era stato fenomenale. Trionfa in 14'34″57 davanti all'americano Jaeger, che migliora il suo record Usa stabilito ai PanPacifici del2014 (14'39″48). E' il quarto italiano con un oro olimpico nella storia. "E' stato molto più duro di quanto mi aspettassi" ha detto Paltrinieri in zona mista, "soprattutto dal punto di vista mentale. E' un emozione unica. Tutti si aspettavano questa medaglia, sembrava quasi scontato ma scontato non è mai nulla. La volevo questa medaglia d'oro, come volevo il record del mondo, e so che lo valgo e prima o poi lo farò. Sono partito cercando di aprire un bel gap in modo da far scoraggiare i miei avversari". Spettacolare la rimonta di Detti, che ritocca di sei secondi il suo personale conquista un bronzo che sa di trionfo in una finale di livello medio decisamente alto (sette su otto sotto i 15′). Solo a Sydney 2000 l'Italia aveva potato due sul podio (Fioravanti-Rummolo nei 200 rana).

"Stavolta è davvero speciale" ha detto Detti. "Questo podio lo vogliamo da cinque anni, da quando ci alleniamo insieme. Ora allenarsi col campione olimpico sarà più difficile, sono davvero felice. L'amicizia con Greg rimane sempre, al di là dei risultati. Una medaglia olimpica è quel che sognano tutti gli atleti, vincerne due mi rende orgoglioso di essere italiano".

La gara – Cochrane parte meglio di tutti. Detti, naturalmente più veloce, si assesta naturalmente più lento nella prima parte di gara. Paltrinieri è l'unico che tenta di sostenere nelle prime vasche dell'argento olimpico in carica, primo canadese di sempre sotto i 15′ sulla distanza. Paltrinieri imposta un ritmo sotto i 29″ a vasca e ai 150 metri è già al comando. Con un secondo 100 da 57″6, Paltrinieri mantiene una bracciata molto fluida, leggera, veleggia altissimo sopra l'acqua e fa il vuoto ai 400 metri (3'50″70). Va via col suo passo insostenibile per tutti, che nel primo terzo di gara rimane sotto il passaggio del record del mondo. Horton comincia lentamente a risalire, è lui che prova ad accelerare per ricucire lo strappo verso Greg mentre Detti naviga in sesta posizione ai 550 metri.

Allungo – Come previsto, perdono terreno i due atleti cui il contesto olimpico sta un po' largo. Il campione nazionale di Francia Joly e Christiasen, il danese con un passato giovanile da attore. Horton, amico di Paltrinieri con cui si è allenato in passato, non tiene però un Paltrinieri che a metà gara viaggia ancora mezzo secondo sotto il primato del mondo di Sun Yang e con un sistematico 29″ basso ogni 50 metri. Nella parte centrale di gara, nessuno è in grado di reggere. Sorprende Wilimovsky, campione del mondo in carica sui 10 km in acque libere, che ha passato un anno ad allenarsi nelle corsie lontano dal college (Northwestern University) per allenarsi con l'assistant coach Dave Kelsheimer nelle strutture del Team Santa Monica.

Nella vasca che porta ai mille metri, Paltrinieri dà quello che sembra un piccolo segno di stanchezza, ma ai 1100 spezza ancora la resistenza degli americani e riparte in accelerazione. Ai 1200 metri, l'azzurro continua a guadagnare mezzo secondo su Jaeger e Wilimovsky, a questo punto un po' stanco. E negli ultimi 200 metri risale anche Gabriele Detti, sorpassa Wilimovsky e va all'inseguimento di Jaeger. Per un bronzo da leggenda.

Paltrinieri, storia di un campione – Greg, alfiere della Polizia di Stato, entrato in finale con il miglior tempo, non si è lasciato trascinare dal suo ruolo di nuova star del nuoto italiano. “Evito ogni tipo di distrazioni, resto solo concentrato sulla gara” diceva alla vigilia alla Gazzetta dello Sport. “Non mi perdo nelle trappole del Villaggio. E non mi faccio contagiare dalle ansie di campioni irraggiungibili o dai risultati degli altri”. Primo italiano campione del mondo sulla distanza, capace di migliorare in vasca corta agli europei di Netanya il primato del mondo di Grant Hackett, l'unico che ancora resisteva dall'era dei costumoni in poliuretano, si divide fra rap, NBA e la storia dell'arte: se non fosse stato nuotatore, ha detto, sarebbe diventato un architetto.

Giovane ranista convertito allo stile libero e alle lunghe distanze, si fa notare subito con l'oro nei 1500 agli Europei giovanili di belgrado del 2011. La progressione è rapidissima sulla distanza. Argento ai Mondiali junior di Lima, titolo europeo in vasca corta a Chartres e titolo continentale a Debrecen: batte i campioni di casa Gergo Kis e Gergely Gyurta, migliora il record dei campionati e si qualifica per le Olimpiadi di Londra, dove chiude quinto. Sarà poi bronzo alla rassegna continentale di Barcellona del 2013 in 14'45”37. E continua a migliorare i suoi tempi. Firma il nuovo record europeo a Berlino, ai campionati continentali (14'39”93): è il quinto nuotatore di sempre a scendere sotto i 14'40"00 nei 1500. Arriverà poi il titolo europeo in vasca corta con il secondo tempo mai nuotato al mondo, il titolo mondiale di Kazan e il primato del mondo in vasca corta agli Europei di Netanya del 2015 (14'08"06). Il resto, l'oro di Londra con il nuovo primato europeo (14:34.04), e la doppietta con Detti, argento, è già storia.

Il viaggio di Detti – Alla seconda Olimpiade, Detti si è definito “sempre il solito casinaro” nell'intervista della vigilia a Repubblica. A Rio ha duellato con Greg Paltrinieri come fanno tutti i giorni in allenamento a Ostia agli ordini di zio Stefano Morini. Interista sfegatato, è fidanzato con Stefania Pirozzi, un'altra nuotatrice della Nazionale. Questo risultato, che bissa il bronzo nei 400, la sua prima medaglia olimpica e primo podio azzurro sulla distanza da Rosolino (Sydney 2000), è il giusto premio a una carriera segnata da un paio di incidenti. Da piccolo, a Capraia, si ruppe un pontile e lui rimase incastrato con una gamba e per questo dovette portare a lungo uno spessore per compensare la differenza con l'altra. Poi cadde da uno scooter e rischiò di perdere una gamba L'anno scorso, poi, ha saltato diversi appuntamenti per un'infezione alle vie urinarie, compreso il Mondiale di Kazan. E lì ha trovato la carica per reagire. Figlio di sportivi, papà canottiere e mamma (sorella di Morini) nell'atletica, frequenta la piscina da piccolo. “Sono un tipo solitario e mi sono accorto subito che mi piaceva il silenzio che c'è sott’acqua” diceva a Vanity Fair. Non si sente oscurato da Paltrinieri, più forte di lui sui 1500. “Per me averlo a fianco è uno stimolo costante a migliorarmi. Il rapporto tra noi è ottimo poi è ovvio, sul blocco di partenza tutti e due vogliamo vincere e durante quei pochi minuti l'amicizia non esiste più. Poi torna, appena finisce la gara”. E tornerà, più forte che mai, sul podio più azzurro che salva l'Italia del nuoto a Rio.

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