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Rimsha è stata assolta: è innocente la bimba down accusata di blasfemia

“Giustizia è stata fatta e il diritto è stato applicato dal tribunale”, così l’unico ministro cristiano del Pakistan ha commentato la fine della vicenda di Rimsha, la 14enne che fu accusata ingiustamente di aver bruciato pagine del Corano e per questo imprigionata.
A cura di Susanna Picone
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“Giustizia è stata fatta e il diritto è stato applicato dal tribunale”, così l’unico ministro cristiano del Pakistan ha commentato la fine della vicenda di Rimsha, la 14enne che fu accusata di aver bruciato pagine del Corano e per questo imprigionata ingiustamente.

Rimsha Masih è una ragazzina cristiana del Pakistan protagonista suo malgrado di una vicenda che ha suscitato l’indignazione di tutto il mondo. Perché Rimsha ha solo 14 anni ed è affetta da sindrome di Down ma non per questo le sono state negate le porte della galera. La giovane pakistana, infatti, è finita in carcere (per poi uscirne dopo qualche settimana) con un’accusa pesante, quella di blasfemia, e solo adesso potrà finalmente dimenticare questa storia. Il suo avvocato, Akmal Bhatti, ha reso infatti noto che la giovane è stata assolta da quella accusa ingiusta: la corte di Islamabad ha annullato insomma il caso, dichiarando Rimsha innocente. Paul Bhatti, l’unico ministro cristiano del Pakistan, ha confermato la notizia data dall’avvocato della 14enne: “Giustizia è stata fatta e il diritto è stato applicato dal tribunale” e ha aggiunto come questa sentenza di assoluzione darà un’immagine positiva del Pakistan alla comunità internazionale perché mostra che c’è giustizia per tutti e che il Paese vuole tolleranza.

L’imam che l’aveva denunciata è stato arrestato – Così finisce l’incubo di Rimsha, che ora è con la sua famiglia in una località segreta per la paura di aggressioni, iniziato lo scorso 16 agosto. L’imam Mohammed Khalid Chishti, che è stato poi a sua volta arrestato, l’aveva denunciata affermando che la piccola aveva bruciato delle pagine del Corano. Ma in realtà, secondo la ricostruzione dei fatti, era stato lui a mettere quelle pagine in una busta di carta bruciata della giovane. Da qui la scarcerazione di Rimsha, che per tre settimane è stata costretta a vivere in un carcere per adulti, e la richiesta di incriminazione dell’imam per falsificazione di prove e a sua volta blasfemia.

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