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Rimossi i blocchi a Taranto, gli operai dell’Ilva tornano a lavoro

Dopo due giorni di sciopero a oltranza è stata sospesa la protesta davanti allo stabilimento siderurgico anche se la tregua sarà breve. Per il 2 agosto è stato proclamato uno sciopero di 24 ore con assemblea pubblica.
A cura di Susanna Picone
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Dopo due giorni di sciopero a oltranza è stata sospesa la protesta davanti allo stabilimento siderurgico anche se la tregua sarà breve. Per il 2 agosto è stato proclamato uno sciopero di 24 ore con assemblea pubblica.

La città di Taranto, per due giorni paralizzata a causa della protesta dei lavoratori dell’Ilva, sta tornando lentamente alla normalità, con i blocchi stradali rimossi nel corso della notte, sgomberati i presidi nei diversi punti della città e con gli operai nuovamente in fabbrica da questa mattina. La protesta che era nata all’indomani dei sigilli posti allo stabilimento siderurgico pugliese è andata avanti a oltranza per due giorni, si è deciso dunque di rimuovere i presidi ma non per questo la protesta si fermerà: come sottolineato dai sindacati, è stato già proclamato per giovedì 2 agosto uno sciopero di 24 ore con manifestazione e assemblea pubblica a Taranto. Ieri del caso Ilva si è discusso al Consiglio dei Ministri mentre la Procura aveva sottolineato come la decisione del sequestro e degli arresti di otto dirigenti era stata sofferta ma necessaria dato che non vi erano altre alternative.

Si attende la decisione del Riesame – I magistrati hanno anche spiegato che il provvedimento del gip, che di fatto determinerebbe il blocco della produzione, è stato notificato ma non eseguito: ora si attende l’esito del ricorso dell’azienda, che ieri ha ribadito la volontà di rimanere a Taranto, e poi la decisione del tribunale del Riesame. L’udienza è fissata per venerdì 3 agosto, il giorno successivo allo sciopero già proclamato. Il Riesame dovrà esaminare i ricorsi dell’azienda sia contro le otto misure cautelari ai domiciliari dei dirigenti, sia per quanto riguarda il sequestro delle aree dell’Ilva. Intanto, tutti si dicono disponibili a trovare una soluzione che possa coniugare salute, ambiente e occupazione e che possa evitare le pesantissime ripercussioni che provocherebbe la chiusura degli impianti.

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