Rigopiano, le vittime sono morte sul colpo. “Tramortite e uccise rapidamente”
Sarebbero quasi tutte morte sul colpo le 29 persone uccise dalla valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano a Farindola, in provincia di Pescara, lo scorso 18 gennaio. La conferma filtra da ambienti giudiziari ed è riportata dalle agenzie di stampa. Chi non è morto subito, sarebbe deceduto non molto tempo dopo. Traumi, asfissia e schiacciamento sarebbero invece la concause che quasi all'istante hanno fatto perdere conoscenza alle vittime e poi le hanno uccise. I medici legali avranno comunque 60 giorni per consegnare i risultati delle autopsie.
Sequestrati i cellulari delle vittime
Nel frattempo proseguono le indagini per capire le dinamiche della tragedia di Farindola. In tal senso gli inquirenti hanno sequestrato i telefonini delle vittime del Rigopiano. Al vaglio nell’inchiesta per omicidio plurimo colposo e disastro colposo anche le chat di Whatsapp, i post su Facebook, le foto e i video scattati da ospiti e dipendenti della struttura. Contemporaneamente si intensificano gli interrogatori dei testimoni. Ieri mattina è stato sentito il sindaco del comune ai piedi del Gran Sasso, Ilario Lacchetta. Quest’ultimo ha confermato quanto già dichiarato nei giorni scorsi alla stampa, e cioè di non avere ricevuto il bollettino meteo che segnalava un rischio valanga 4 su un massimo di 5 proprio nel giorno della tragedia e ha spiegato di avere fatto fronte all’emergenza con i mezzi che aveva a disposizione, attivando le forze di Protezione civile nell’ambito del Piano neve comunale.
Le indagini sulla tragedia di Rigopiano proseguono
Tre consulenti della procura, due ingegneri del Politecnico di Torino e un geologo proveniente da Trento, sono invece al lavoro per di ricostruire quello è successo a Rigopiano, fornendo risposte sulle cause, sulle ragioni e sulla dinamica della valanga, a partire dall'eventuale collegamento alle scosse di terremoto che si sono verificate nel corso del 18 gennaio.