La Riforma della Rai passa al Senato (ma senza delega sul canone)
AGGIORNAMENTO: Via libera del Senato della Repubblica alla riforma della Rai del Governo Renzi: ora il provvedimento dovrà passare all'esame della Camera dei deputati.
Come vi stiamo raccontando, in questi giorni è in discussione al Senato della Repubblica il disegno di legge di riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo, che porta la firma del ministro dello Sviluppo Economico Guidi e del ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan. Una riforma, che seguiva annunci e proclami dello stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi, molto contestata dalle opposizioni e che in ogni caso parte già monca: con una lettera inviata ieri alla Vigilanza Rai, infatti, il ministro dell’Economia ha chiesto che il prossimo Consiglio di Amministrazione venga nominato con la legge Gasparri (che prevede 9 membri nel Cda, mentre la riforma si ferma a 7). Uno smacco clamoroso per la maggioranza, ma anche una scelta dovuta, considerando che l’attuale Cda è già stato prorogato e che la stessa proroga era scaduta il 5 luglio.
Pochi minuti fa, dunque, l'Ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza Rai ha deciso di convocare per il 4 agosto la riunione che dovrà eleggere i 7 membri del Cda di nomina parlamentare (gli altri due sono indicati dal Governo). Tale scelta è stata presa con il parere contrario di Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Sinistra Ecologia e Libertà.
In Aula, se possibile, alla maggioranza è andata anche peggio. Dopo l’approvazione dei primi 3 articoli, infatti, il Governo è andato sotto sulla delega per la modifica del canone Rai. Con il voto determinante della minoranza del Partito Democratico, infatti, sono stati approvati emendamenti soppressivi dell'articolo che attribuisce delega al governo sul canone, con 121 voti favorevoli e 118 contrari. Insomma, il Governo non avrà la delega per rivedere la normativa in materia di canone di abbonamento Rai: ricordiamo che nelle intenzioni della vigilia, la tassa avrebbe dovuto cambiare struttura “in considerazione dell’alto livello di morosità riscontrata, dell’incremento delle disdette e dell’analisi costi – benefici”.
E i commenti sono caustici: