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Riforma prescrizione, Bonafede: “È nel contratto”. Salvini: “No a processi infiniti”

È ancora stallo tra Lega e M5S sul ddl anticorruzione. Il ministro della Giustizia: “La riforma della prescrizione è stata votata dai nostri iscritti sulla piattaforma Rousseau”. Salvini: “L’importante è farle bene queste riforme, evitando che i processi durino all’infinito, altrimenti è una sconfitta per tutti”. Prova a mediare il premier Conte.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La riforma della prescrizione è stata votata dai nostri iscritti sulla piattaforma Rousseau, è uno dei punti del contratto di governo e, prima ancora, parte integrante del programma del MoVimento 5 Stelle". Il ministro della Giustizia Alfonso Boanfede cerca di chiarire la posizione del Movimento, nel braccio di ferro che vede coinvolti i pentastellati contro gli alleati della Lega, che vorrebbero lo stralcio della norma dal ddl anticorruzione. Al momento lo stallo fa pensare a uno slittamento della discussione in Aula, prevista per la prossima settimana. "Riforma della giustizia, e anche della prescrizione, sono nel contratto di governo e diventeranno realtà mettere in galera mafiosi e corrotti è una priorità della Lega", ha ripetuto il titolare del Viminale, ma "l'importante è farle bene queste riforme, evitando che i processi durino all'infinito anche per gli innocenti, altrimenti è una sconfitta per tutti".

"Siamo arrivati a un punto morto, la situazione si è incartata – ha detto all'Agi deputato leghista che sta seguendo l'iter del ddl – a questo punto solo un intervento dei leader può sbloccarla". Ma senza la presenza del leader leghista, che sarà di ritorno dal Ghana nel pomeriggio, difficilmente potrà essere trovata una soluzione. Ma di cosa parliamo? I Cinque Stelle hanno voluto inserire con un emendamento il blocco dei termini della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, a prescindere da una eventuale assoluzione o condanna. Oggi pomeriggio la relatrice al ddl anticorruzione Francesca Businarolo (M5s) aveva poi ritirato l'emendamento, per poi ripresentarne un altro riformulato, identico nel contenuto ma con un titolo modificato: per superare l'ostacolo dell'inammissibilità per ‘estraneità di materia', al titolo è stato aggiunto "nonché in materia di prescrizione del reato".

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte cercherà ancora una volta a fare da mediatore: Il M5S  è apparso irremovibile, mentre la Lega ha ribadito che la riforma è nel contratto ma va fatta come si deve, "altrimenti è una sconfitta per tutti". Domani mattina è previsto un incontro a Palazzo Chigi tra Alfonso Bonafede e altri esponenti dell'esecutivo in quota Lega. Ma si tratterà, con ogni probabilità, di un incontro interlocutorio, nell'attesa di trovare la soluzione con i due vicepremier. Domani sera invece potrebbero incontrarsi i due vicepremier per trovare un punto d'incontro.

Secondo Raffaele Cantone, presidente dell'Anac, sarebbe "opportuno mettere mano sull'argomento e di questo devo dare atto al ministro Bonafede, ma l'idea di allungare sine die i tempi del processo è prima di tutto in contrasto con la Costituzione e con il principio di ragionevole durata. Soprattutto avrebbe l'effetto opposto di rendere molto meno veloci i tempi dei processi. Alla fine – ha commentato Cantone – con la certezza che i processi non si prescriveranno, non si svolgeranno mai. Noi invece abbiamo la necessità che i processi si facciano e si stabilisca in tempi rapidi chi è colpevole e chi innocente, non tra vent'anni. Serve una giustizia veloce che consenta di avere effetti, come il famoso daspo, che abbiano un senso. In questo senso nella legge c'è una contraddizione: rafforziamo le pene accessorie ma rischiamo di allungare i tempi della decisione e quindi le pene accessorie non si applicheranno mai".

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