Riforma fiscale: ecco l’ultima spiaggia del governo
Tira un brutto vento in casa Pdl-Lega. Dopo la batosta presa alle scorse elezioni amministrative e la legnata rimediata al referendum, la maggioranza di governo sa che deve inventarsi qualcosa. La barca sta imbarcando acqua e prima che ognuno pensi a salvare la propria pellaccia, bisognerà tentare di tornare a galla. Come? Una buona idea potrebbe essere la riforma fiscale. Potrebbe. Già, perché se da un lato il varo di un simile provvedimento potrebbe ravvivare l'opaco consenso di cui gode ultimamente l'esecutivo, dall'altro c'è una certezza che sovrasta tutte le buone intenzioni: i soldi non ci sono. E Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, intervenuto all'odierna assemblea di Confartigianato, ha confermato che il quadro della situazione è proprio questo.
La sua idea è quella di un nuovo sistema articolato su tre aliquote. Un'idea che però deve tener conto della mancanza di fondi. L'Italia deve poi fare i conti con un deficit molto alto che deve assolutamente ridimensionare, come ha ci ha chiesto anche l'Europa. E Tremonti lo sa bene. "Non vedo alternative rispetto all'impegno di ridurre il deficit. La riforma fiscale non si può fare in deficit"- ha detto.
Ma la riforma potrebbe essere l'unica strada perseguibile per riacquistare il consenso degli elettori. Il discorso non interessa solamente il Pdl, ma anche la Lega. Bossi non si farà trascinare a fondo da Berlusconi e per non perdere la stima e i voti della sua gente è disposto a staccare la spina in qualunque momento. “Quella è gente nostra, ha già minacciato che non ci vota più, non possiamo voltar loro le spalle”- aveva detto il senatur ai suoi durante un vertice a via Bellerio commentando la manifestazione degli imprenditori di Treviso contro il fisco oppressivo (27 maggio). Anche Maroni oggi è tornato sull'argomento: "abbiamo preso degli impegni nel 2008 con gli elettori- ha dichiarato- e uno di questi è la riforma fiscale per la quale abbiamo anche dettagliato i punti". Si tratta di una riforma che per il Ministro dell'Interno richiede coraggio, ma che va assolutamente varata.
La politica di rigore di Tremonti, quella dei conti in ordine, non ha una gran presa sugli elettori di centrodestra che dal governo si attendono un segnale forte, un segnale che andrà però calibrato con il ridimensionamento del debito pubblico. La patata è bollente e qualcuno potrebbe davvero scottarsi.