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Riforma elettorale, tra tagli ai parlamentari e potere di scelta ai cittadini

Tra supermento del bicameralismo perfetto e nuovi poteri al Premier, i punti e i paletti che i partiti di maggioranza hanno trovato per varare una nuova riforma elettorale e costituzionale.
A cura di Antonio Palma
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Tra supermento del bicameralismo perfetto e nuovi poteri al Premier i punti e i paletti che i partiti di maggioranza hanno trovato per varare una nuova riforma elettorale e costituzionale.

L'incontro di ieri tra i leader della maggioranza ha portato ad un risultato importante, un accordo di massima sulla riforma della legge elettorale che seppur da perfezionare getta i presupposti per il superamento del porcellum, il sistema attualmente in vigore e tra i più discussi. La nuova legge elettorale si innesterà sulla più globale riforma costituzionale degli organi di Governo e per questo la gestazione potrebbe anche rivelarsi lunga e non è detto si riesca a concluderla prima del voto.

I punti dell'accordo sulla riforma elettorale- Il vertice di due ore tra Casini, Alfano e Bersani ha posto alcuni dei punti cardine della nuova legge elettorale, in primis la restituzione ai cittadini del potere di scelta dei parlamentari, modifica forse tra le più richieste sia dai cittadini che dai gruppi politici, ma che in realtà non sarà un ritorno alle preferenze. Il programma della nuova riforma elettorale prevede anche il superamento del sistema della coalizione che non dovrebbe essere più obbligatoria e l'introduzione dell'obbligo dell'indicazione del candidato premier su tutte le liste presentate. Più controversa è l'ipotesi di riforma elettorale per quanto riguarda gli sbarramenti, se vi è un accordo per stabilire una soglia minima per l'ingresso in Parlamento che dovrebbe essere intorno al 4-5%, i tre leader ieri hanno parlato anche di una sorta di diritto di tribuna per i partiti che non riescono a portare loro candidati al Senato e alla Camera.

Riforma Costituzionale – Il lavoro da fare resta ancora molto come confermano tutti, visto che un testo reale ancora non è stato scritto. Sicuramente molta più coesione tra i partiti sulle riforme costituzionali che indicano la strada del taglio dei parlamentari,  la proposta è di arrivare a 500 deputati e 250 senatori e di superare il bicameralismo perfetto di oggi con una ripartizione precisa delle funzioni dei due rami del Parlamento. Intesa di massima anche sui poteri del Premier che dovrebbero essere rafforzati, anche se di preciso sulle nuove funzioni del Presidente del Consiglio ancora non vi è nulla di deciso. Infine, come prospettato già nei giorni scorsi, ci sarà una revisione dell’età per l’elettorato attivo e passivo con un abbassamento dell'età utile per esser eletti ed eleggere al Senato.

I tempi ancora non sono certi – Tra Pdl, Pd e Terzo Polo vi è ottimismo sulla possibilità di arrivare presto ad una conclusione, come hanno spiegato i centristi gli strumenti saranno un emendamento soppressivo del testo già incardinato in commissione per la riforma costituzionale, mentre per la riforma elettorale ci sarà una vera e propria proposta di legge. Nonostante i buoni propositi e l'assenso del Capo dello Stato la contrarietà di molti gruppi parlamentari tra cui Lega e Idv, ma anche le tensioni all'interno degli stessi partiti, non promettono un iter facile per la riforma elettorale che in ogni modo presuppone una modifica della Costituzione che già di per se è molto complessa.

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