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Riforma del lavoro: servono 2 miliardi di euro, Fornero rinvia le trattative

Il Governo ha deciso di rinviare i tavoli di trattativa con le parti sociali sulla riforma del lavoro, il problema sono i fondi necessari per gli ammortizzatori sociali che l’Esecutivo si è impegnato a trovare entro il prossimo CdM.
A cura di Antonio Palma
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Il Governo ha deciso di rinviare i tavoli di trattativa con  le parti sociali sulla riforma del lavoro, il problema sono i fondi necessari per gli ammortizzatori sociali che l'Esecutivo si è impegnato a trovare entro il prossimo CdM.

La riforma del lavoro è necessaria garantiscono da mesi gli uomini del Governo Monti, ma come ha sottolineato più volte il Ministro del lavoro Elsa Fornero è indispensabile che insieme al suo varo venga approvato un pacchetto di misure collaterali che ne rispecchi gli intenti finali, come ad esempio la riforma degli ammortizzatori sociali. Ma proprio su quest'ultimo punto il tavolo di trattative tra Governo e parti sociali ha trovato un ostacolo difficile da superare soprattutto per le risorse economiche da impiegare.

Dopo l'abolizione del tesoretto si cercano nuovi fondi – Il problema principale delle risorse economiche necessarie ad avviare il nuovo sistema voluto dal Ministro, la cui reperibilità resta ancora incerta, ha costretto a sospendere i tavoli di trattativa e a rinviare il prossimo appuntamento con sindacati e rappresentanti delle industrie. L'atteso incontro di oggi non ci sarà ma tutto è spostato a data da definire dopo un vertice di Governo tra Fornero, Monti, il sottosegretario Catricalà e il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli. In particolare la decisione del Premier di cancellare il famoso fondo derivante dalla lotta all'evasione, il cosiddetto tesoretto, ha messo in discussione molte delle certezze su cui si basava una parte delle trattative sulla riforma del lavoro.

Dal Governo confermano che la riforma verrà varata entro Marzo – Secondo indiscrezioni il Ministro Fornero avrebbe chiesto ai colleghi di Governo fondi per circa due miliardi di euro riuscendo a strappare un si dal premier e dal vice Ministro Grilli che, però, si sono riservati altro tempo per una valutazione sul reperimento dei fondi. Della questione se ne discuterà sicuramente nel Consiglio dei Ministri del 9 marzo, ma non dovrebbe andare troppo per le lunghe visto che l'obiettivo dell'Esecutivo è di varare la riforma del lavoro entro la fine del mese. Sicuramente uno stop non positivo visto il clima che si respira  tra i sindacati con proteste e scioperi già programmati.

Per i sindacati lo stop è positivo – In realtà ai sindacati la battuta d'arresto non dispiace perché fa intuire un impegno del Governo a reperire le risorse economiche indispensabili e non un voler andare avanti senza paracadute economico. In fondo una riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali a costo zero è impensabile anche per Monti che delle riforme a zero spese ha fatto un suo cavallo di battaglia. Del resto oltre ai sindacati il Governo aveva contro anche Confindustria che era fortemente contraria ad accollarsi tutte le spese per gli ammortizzatori. I nodi da sciogliere restano ancora tanti compreso l'art.18 dello statuto dei lavoratori, e anche se le risorse saranno trovate a breve la strada sulla riforma del lavoro sembra tutta in salita.

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