Rifiuti Zero a Napoli nel 2020: firmato protocollo per riduzione a monte e ciclo virtuoso
Napoli senza spazzatura e senza emergenza rifiuti? Un sogno ispirato dalla nuova giunta De Magistris? Non solo, un vero e proprio protoccollo a cui il Comune ha aderito con un piano per la riduzione a monte della produzione di immondizia. Il protocollo "Rifiuti Zero 2020" è stato presentato in conferenza stampa dal vice-sindaco assessore all'Ambiente Tommaso Sodano e dallo studioso Paul Connett, che da anni è il profeta della stategia di riduzione degli scarti. Presente anche il sindaco Luigi De Magistris.
Dal 29 settembre 2011, il Comune di Napoli aderisce con delibera al "Protocollo Rifiuti Zerto 2020", ovvero un piano di prevenzione e riduzione degli scarti delineato a partire da esperienze già colladate in Italia e in Europa. Tra le azioni previste, l'obbligo per gli esercizi commerciali di dotarsi di apparecchiature per ridurre volumetricamente l'ingombro dei rifiuti prodotti, tariffe di smaltimento calcolate sulla quantità di immondizia effettivamente prodotta e la costruzione di un impianto cittadino per la riparazione di beni durevoli da avviare a riuso.
Paul Connett sarà nominato presidente di un nuovo ente: l'Osservatorio verso rifiuti zero, che dovrà effettuare un monitoraggio delle azioni intraprese dell'Amministrazione cittadina al fine di individuarne criticità e possibili soluzioni. Un organismo in grado di prospettare percorsi sempre nuovi e aggiornati alle evoluzioni internazionali.
Rossano Ercolini, coordinatore di Zero Waste Italy, parla di un "passaggio rivoluzionario" della gestione e smaltimento rifiuti in Campania e in tutta Italia: "Per 10 anni la Rete Italiana Rifiuti Zero ha lavorato insieme a GAIA internazionale e a ZWIA affinché la crisi drammatica di Napoli divenisse una grande opportunità per tutta la società civile campana".
La strategia "Zero Waste" teorizzata da Paul Connett prevede un "ciclo virtuoso dei rifiuti" al cui termine non sono previste discariche e inceneritori, ma il riuso e il riciclo di tutti i materiali. Ma la vera rivoluzione sta a monte del ciclo, dove imballaggi e altri prodotti che diventano rifiuti vengono drasticamente ridotti in quantità e migliorati nella qualità. Un processo che coinvolge anche la fase di progettazione dei oggetti e materiali, che di fonda non soltanto su ragioni "etiche o ambientaliste", ma anche su basi economiche: "Non ha senso spendere così tanti soldi dei contribuenti per distruggere risorse che dovremmo invece condividere con i nostri figli e nipoti" spiega Paul Connett.
Negli Stati Uniti il protocollo "Rifiuti Zero" è stato adottato da diverso tempo in molte città, tra cui la virtuosa San Francisco. In Italia, invece, soltanto piccoli centri abitanti con meno di 100 mila abitanti sono riusciti a raggiungere l'agognata metà di annullare la produzione di spazzatura.
Napoli, la città dell'emergenza rifiuti, lancia il guanto di sfida e fa un passo molto più lungo della gamba, considerando che le navi dei rifiuti per l'Olanda non sono ancora partite e che l'estensione della raccolta differenziata a 330 mila abitanti è partita soltanto a fine settembre. Per non parlare dell'obiettivo porta a porta al 70%, promesso in campagna elettorale da Luigi De Magistris entro sei mesi, ma che ora slitta al 2012 oppure a data da destinarsi. Il vice-sindaco Tommaso Sodano è convinto, invece, che presentare un piano così ambizioso in un momento di crisi come quello attuale possa essere promotore di crescita e sviluppo.