Riccardo Viti, il maniaco di Firenze, aggredito in carcere con un manico di scopa

Sono trascorsi appena tre giorni dalla confessione e dall'arresto di Riccardo Viti, l'uomo che ha ucciso una prostituta a Firenze "crocifiggendola" a una sbarra, e per il maniaco iniziano già i problemi in carcere. Stando a quanto reso noto dagli inquirenti, infatti, Viti è stato colpito da un manico di scopa lanciatogli da un altro detenuto mentre veniva condotto in isolamento dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Sollicciano. L'uomo non avrebbe riportato ferite, ma sarebbe comunque stato visitato da un'infermiera. A quanto pare in seguito all'arresto Viti non è mai uscito spontaneamente dalla sua cella né per mangiare né per raggiungere le docce.

Sempre la polizia penitenziaria ha raccontato che il manico di scopa è stato lanciato a Viti dall'interno di una cella. L'oggetto ha un valore simbolico in tutta la vicenda poiché, a quanto pare, il maniaco amava violentare le sue vittime con un oggetti del genere finché, il 5 maggio scorso, non ha ucciso la rumena Andreea Cristina Zamfi, morta proprio a causa delle lesioni interne provocate da Viti. Nel corso delle perquisizioni nella sua casa la polizia avrebbe trovato numerosi manici di scopa e una vanga, a quanto pare utilizzata per violentare le prostitute con le quali andava in un gioco erotico estremo. Riccardo Viti è sottoposto in questi giorni a stretta sorveglianza: la polizia penitenziaria, infatti, evita di lasciarlo da solo soprattutto per scongiurare il rischio che si renda protagonista di atti di autolesionismo, o che arrivi a togliersi la vita. L'altra possibilità, tutt'altro che remota, è che il maniaco di Firenze venga aggredito da altri detenuti.