Ricatti, potere e una lobby gay dietro le dimissioni di Papa Benedetto XVI
Questioni di sesso e carriera. Lotte di potere e denaro svelate in un "dossier segreto" con i risultati di un'inchiesta sul Vatileaks consegnato da tre cardinali al Papa. Quindi una serie di ricatti. La conseguenza di tutto ciò è l'addio del Santo Padre al soglio pontificio. E c'è chi arriva ad ipotizzare anche la presenza di una lobby gay. Tanti i problemi per un uomo di 85 anni, già operato al cuore tre anni fa. Forse troppi. La tempesta innescata dal "corvo", poi seguita dal cardinale Julian Herranz, 83 anni, lo spagnolo dell'Opus Dei, è stata un colpo davvero duro. La fuga di notizie, le carte rubate dal suo appartamento e così via. Fino a quella scoperta che ha lasciati tutti interdetti: una rete trasversale accomunata dall'orientamento sessuale. Spiega tutto Concita de Gregorio nel suo pezzo pubblicato oggi su Repubblica.
Si parte innanzitutto dal “dossier segreto", quello redatto dai tre "cardinali 007" Jozef Tomko, Salvatore De Giorgi e lo stesso Herranz, che racconta gli sviluppi del Vatileaks dietro le dimissioni del Papa, di cui aveva già scritto il Corriere della Sera in un articolo a firma di Massimo Franco:
17 dicembre 2012, San Lazzaro. I tre cardinali consegnano nelle mani del Pontefice il risultato del loro lavoro. Sono due tomi di quasi 300 pagine. Due cartelle rigide rilegate in rosso, senza intestazione. Sotto “segreto pontificio”, sono custodite nella cassaforte dell’appartamento di Ratzinger. Le conosce soltanto, oltre a Lui, chi le ha scritte. Contengono una mappa esatta della zizzania e dei pesci cattivi.
"Non rubare/Non fornicare" – Nel dossier "che sconvolge il Papa" si parla in particolare di due comandamenti che sarebbero stati violati: "Non rubare" e "Non fornicare":
È disegnata, in quelle pagine, una geografia di «improprie influenze» che un uomo molto vicino a chi le ha redatte descrive così: «Tutto ruota attorno alla non osservanza del sesto e del settimo comandamento». Non commettere atti impuri. Non rubare. La credibilità della Chiesa uscirebbe distrutta dall’evidenza che i suoi stessi membri violano il dettato originario. Questi due punti, in specie. Vediamo il sesto comandamento, atti impuri. La Relazione è esplicita. Alcuni alti prelati subiscono «l’influenza esterna» — noi diremmo il ricatto — di laici a cui sono legati da vincoli di “natura mondana”. Sono quasi le stesse parole che aveva utilizzato monsignor Attilio Nicora, allora ai vertici dello Ior, nella lettera rubata dalle segrete stanze al principio del 2012: quella lettera poi pubblicata colma di omissis a coprire nomi. Molti di quei nomi e di quelle circostanze riaffiorano nella Relazione.
Nella "Relationem" si parla anche di fatti già venuti a galla in passato,"come quella di monsignor Tommaso Stenico sospeso dopo un’intervista andata in onda su La 7 in cui raccontava di incontri sessuali avvenuti in Vaticano. Riemerge la vicenda dei coristi di cui amava circondarsi "del ‘centro “Priscilla', che persino da ritagli di stampa risulta essere riconducibile a Marco Simeon, il giovane sanremese oggi ai vertici della Rai e già indicato da monsignor Viganò come l’autore delle note anonime a suo carico".
La lobby gay – Certo, la parte più scottante del dossier è quella che riguarda la presunta potente lobby gay in grado di condizionare carriere e decisioni:
Decine e decine di verbali riletti e sottoscritti dagli intervistati. Le stesse domande per tutti, dapprima, poi interviste libere. Controlli incrociati. Verifiche. Un quadro da cui veniva emergendo una rete di lobby che i tre cardinali hanno diviso per provenienza di congregazione religiosa, per origine geografica. I salesiani, i gesuiti. I liguri, i lombardi. Infine, quel giorno di ottobre, il passaggio più scabroso. Una rete trasversale accomunata dall’orientamento sessuale. Per la prima volta la parola omosessualità è stata pronunciata, letta a voce alta da un testo scritto, nell’appartamento di Ratzinger. Per la prima volta è stata scandita, sebbene in latino, la parola ricatto: «influentiam», Sua Santità. Impropriam influentiam.
Quel che è certo è "la ‘Relationem' ora è lì" e nessuno degli ecclesiastici potrà ignorare il contenuto di quelle carte "Benedetto XVI la consegnerà nelle mani del prossimo Papa, che dovrà essere abbastanza forte, e giovane, e «santo» — ha auspicato— per affrontare l’immane lavoro che lo attende".