E' Liana Milella di Repubblica, con un pezzo ripreso in queste ore da tutti i portali che si occupano di politica interna, a mettere in evidenza il nuovo imminente "scontro" fra il Quirinale e Palazo Chigi. Il tema è quello della responsabilità civile dei giudici, con l'emendamento Pini che, oltre a suscitare le perplessità delle forze di opposizione, sembra incontrare la contrarietà del Capo dello Stato. Secondo la puntuale giornalista del quotidiano del gruppo L'Espresso, dunque, Giorgio Napolitano troverebbe il provvedimento "sbagliato nel metodo, nel merito, nei tempi".
In effetti, a ben considerare la questione, un emendamento così "confezionato" sembra una vera e propria forzatura, sia perchè la norma sulla responsabilità è in qualche modo contenuta nella riforma costituzionale della giustizia voluta dal Guardasigilli Alfano, sia perchè "in commissione Giustizia, c'è da tempo una pratica aperta proprio sulla responsabilità". In tal sensola moral suasion del Capo dello Stato è tesa ad evitare possibili gravi conseguenze, per così dire, istituzionali, anche dopo il duro atto d'accusa dell'Associazione Nazionale Magistrati che ha definito l'emendamento "punitivo e provocatorio". Che si tratti di un tema molto sentito e facilmente "utilizzabile a scopi propagandistici", questo è ormai fuori dubbio ed anche per questo motivo il Presidente del Consiglio non intende rallentare: "Sulla responsabilità civile andiamo avanti: ce lo chiede l'Europa e la gente è con noi".
Non preoccupano nemmeno le perplessità trapelate dagli ambienti del Consiglio Superiore della Magistratura (organo a capo del quale siede come noto lo stesso Napolitano), soprattutto in un momento estremamente delicato sul fronte istituzionale, con un sotterraneo ma allo stesso tempo durissimo scontro in atto fra il Colle e Palazzo Chigi. Se da una parte il Cavaliere è apparso ai suoi molto irritato per la nomina con riserva del Ministro Saverio Romano, dall'altra Napolitano è contrariato dalla gestione delle vicende processuali che riguardano il Presidente del Consiglio. Il tutto a pochi giorni da alcuni delicatissimi passaggi parlamentari e, con una gravissima crisi internazionale in atto (che vede ancora una volta l'Italia in difficoltà nel confronto con le altre potenze mondiali sulla vicenda libica), a poco più di una settimana dalla prima udienza del processo per direttissima sul caso Ruby: insomma, uno scontro che rischia di acuire la frattura istituzionale in atto ormai da mesi e che probabilmente potrebbe influire anche sull'esito delle cruciali elezioni 2011.