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Renzi: “Sul Sud basta piagnistei”. Saviano: “Mi addolora che parli così”

Dopo la lettera aperta, in cui accusava il governo di non occuparsi del Sud, Renzi ha invita a “evitare piagnistei” sulla questione meridionale. La replica della scrittore di Gomorra su Twitter e Facebook: “Non può definire così la tragica situazione del Sud Italia”.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ polemica accesa tra Roberto Saviano e Matteo Renzi. In ballo c’è la questione meridionale e parlarne non significa fare "piagnisteo", secondo lo scrittore napoletano, che su Twitter ha pubblicando la foto di una dichiarazione del premier in cui si invita a smetterla con i "piagnistei, rimbocchiamoci le maniche". "Mi addolora molto che sia definito ‘piagnisteo' ricordare che al Sud il numero degli occupati è a livello più basso dal 1977, la natalità ai minimi storici dai tempi dell'Unità d'Italia", aggiunge Saviano su Facebook. Solo sabato l’autore di Gomorra aveva scritto una lettera aperta a Renzi, pubblicata dal quotidiano La Repubblica, per sollecitare il governo ad occuparsi del Sud Italia. “Nonostante il tempo sia scaduto e la deindustrializzazione abbia del tutto desertificato l’economia e la cultura del lavoro del Mezzogiorno, Lei ha il dovere di agire. E ancora prima di ammettere che ad oggi nulla è stato fatto. Solo così potremo ritrovare la speranza che qualcosa possa essere davvero fatto”.

“Permette un paradosso? – continuava Saviano – E’ un tristissimo paradosso. Dal Sud, caro primo ministro, ormai non scappa più soltanto chi cerca una speranza nell’emigrazione. Dal Sud stanno scappando perfino le mafie: che qui non ‘investono’ ma depredano solo. Portando al Nord e soprattutto all’estero il loro sporco giro d’affari. Sì, al Sud non scorre più nemmeno il denaro insanguinato che fino agli anni ’90 le mafie facevano circolare”.

Oggi invece su Facebook Saviano è tornato sulla polemica e ha aggiunto: "Mi addolora molto che sia definito ‘piagnisteo' ricordare che al Sud il numero degli occupati è al livello più basso dal 1977, la natalità ai minimi storici dai tempi dell'unità d'Italia. I meridionali fuggono al Nord e all'estero, i migranti stranieri che arrivano sulle nostre coste mirano a trasferirsi in altri paesi. Il tutto nella totale assenza di progetti e investimenti. Questo è un urlo di dolore, non un piagnisteo che sembra invece somigliare di più alla cantilena del ‘va tutto bene'".

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