Renzi su Consip: “Umanamente vicino a mio padre, ma sto dalla parte dei giudici”
Il governo Gentiloni durerà fino al 2018. A dichiararlo è l'ex presidente del Consiglio e candidato segretario del Partito Democratico Matteo Renzi durante un'intervista concessa a Porta a Porta di Bruno Vespa. "L'abbiamo già detto in tutte le salse: l'importante è che si facciano le cose. E la battaglia europea sarà importantissima. Con Gentiloni c'è pieno accordo e tutti siamo impegnati a sostenerlo. Il percorso della legislatura inoltre è previsto fino a febbraio 2018: fondamentale è passare questo anno non a parlarsi addosso ma a parlare di cose concrete. Giochiamo con la stessa maglia, nella stessa squadra del governo: l'importante è fare gol", ha spiegato Renzi, sottolineando che sarebbe "ora di finirla con le discussioni autoreferenziali, le polemiche e i litigi di questi ultimi mesi hanno stancato i nostri iscritti e annoiato gli altri". Riguardo l'ipotesi di un governo di larghe intese, l'ex presidente del Consiglio sostiene sia sbagliato il gioco delle alleanze. "Non mi rassegno all'idea di tornare alla Prima Repubblica. Se poi dovesse accadere, vedremo in Parlamento. Io penso a un mandato chiaro a una forza politica e ai cittadini, non ai partiti, che scelgono le alleanze".
Nel corso dell'intervista, Matteo Renzi ha anche parlato dell'inchiesta sugli appalti della Consip, che al momento vede coinvolti in qualità di indagati il padre Tiziano e il ministro dello Sport Luca Lotti. "Ci sono due dimensioni profondamente diverse. Una è la dimensione del figlio, che quando vede il padre in difficoltà è umanamente preoccupato ed è anche molto lieto dei valori che la famiglia gli ha trasmesso. Ma dal punto di vista istituzionale io non entro minimamente nella questione delle indagini, non la giudico. Ho servito la bandiera del mio paese. Io sto dalla parte dei giudici. Non metto bocca su questa indagine. Mio padre ha un avvocato, si difende, racconta cosa è successo, ed è assolutamente certo di essere innocente e fa la sua parte. Io da figlio, vivo la dimensione umana di questa vicenda, ma rispetto le istituzioni".
"Io vorrei vedere il processo e le sentenze. Perché i processi non si fanno sui giornali. I cittadini innocenti finché non passa in giudicato la sentenza di condanna. Ci sono tanti casi di prosciolti perché non hanno fatto niente, l'ultimo è stato l'ex segretario del Pd di Piacenza, dopo un calvario giudiziario di sette anni. C'è Stefano Graziano del Pd che il M5s chiamo camorrista: siccome poi ci sono quelli che sono camorristi davvero, si faccia il processo", ha sottolineato l'ex presidente del Consiglio.
"Il sistema toscano di potere è presente solo nei vostri editoriali, non nella realtà. C'è mai stato un ricambio di potere come quello dal 2014? No. Dicono che è una cosca? Querelo domani mattina. Se mi danno del mafioso o del camorrista mi arrabbio. Un reato di toscanità? Rivendico il diritto alla ‘c' aspirata, difendo la ribollita. Che in qualche salotto della capitale siamo stati considerati corpo estraneo è estremamente vero ma l'ho cercato", ha dichiarato Renzi rispondendo a una domanda sull'esistenza del presunto "Giglio Magico".
Nel corso dell'intervista, Renzi non ha risparmiato un attacco allo sfidante Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia e candidato alla segreteria Pd: "Non parlerò male degli altri, grande rispetto per Emiliano. Ma le sue parole sui vaccini un po' mi hanno fatto male: non è stato chiaro come altri suoi colleghi sull'obbligo dei vaccini. Non giochiamo sulla pelle della gente, su queste cose non si scherza. Litighiamo su tanti argomenti, sui vaccini per avere un voto in più si perde la faccia e la dignità del Pd", ha sostenuto Renzi replicando alla posizione di Emiliano relativa all'obbligo vaccinale in Regione Puglia, che il governatore, rispondendo alle richieste di alcuni genitori preoccupati, ha sostenuto non essere nei piani dell'amministrazione regionale.