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Renzi: “Siamo il Partito Democratico, non possiamo aver paura della democrazia”

Il segretario del PD manda un messaggio alla minoranza e accelera sul Congresso lampo: “Facciamo presto il confronto interno, anche perché sono tre anni che tutti i giorni discutiamo al nostro interno. E poi riprendiamo a parlare fuori. A fare proposte al Paese. A confrontarci sui problemi reali delle persone”.
A cura di Redazione
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“Il verbo del congresso e delle primarie non è “Andatevene!” ma “Venite!”, portate idee, portate sogni, portate critiche. Venite, partecipate. È inspiegabile far parte di un partito che si chiama democratico e aver paura della democrazia”. Con queste parole, affidate al suo blog personale, Matteo Renzi anticipa quello che sarà il tema dell’assemblea nazionale del PD, chiamata ad aprire la fase congressuale. Un Congresso anticipato che si annuncia “lampo”, come spiega lo stesso segretario (che si dimetterà lasciando la reggenza probabilmente al Presidente Orfini): “Facciamo presto il confronto interno, anche perché sono tre anni che tutti i giorni discutiamo al nostro interno. E poi riprendiamo a parlare fuori”.

La tesi di Renzi è che militanti e cittadini siano disorientati dal dibattito interno al partito e che, letteralmente, non ci stiano capendo nulla. Dunque, l’ex Presidente del Consiglio fa il riassunto delle puntate precedenti, che suona come un atto d’accusa nei confronti della minoranza del partito, che, a suo dire, avrebbe più e più volte cambiato orientamento.

Dicembre 2016: Perso il referendum mi dimetto da Palazzo Chigi e chiedo di anticipare il congresso (previsto altrimenti per il dicembre 2017). Mi viene risposto: NO, sarebbe un errore. Ascolta la minoranza, non forzare: conferenza programmatica e campagna di ascolto. […]

Gennaio 2017: mentre organizziamo la campagna di ascolto, la nuova segreteria, i questionari e i viaggi in Bus nel Paese ci viene detto che così non si può andare avanti. E che non serve la campagna di ascolto ma occorre un luogo di contendibilità della linea politica. Tradotto: vogliamo le primarie. Mi sembra sbagliato cambiare strada dopo le decisioni dell’assemblea. Ma accettiamo le primarie dicendoci: ragazzi, dobbiamo essere responsabili.

Fine Gennaio — Inizio Febbraio 2017: mentre a Rimini è in corso l’assemblea degli amministratori (tante idee, tanti stimoli, tante proposte) da Roma si alza la voce di Massimo d’Alema che in una affollata assemblea dice “O congresso o sarà scissione”, seguito — nel richiamo alla scissione — da altri leader della minoranza. […]

E anche se il grido “congresso o scissione” sembra un ricatto morale, accettiamo di nuovo il congresso dicendoci: ragazzi, dobbiamo essere responsabili.

Ora, nella lettura di Renzi, alcuni membri del partito stanno dimostrando di “aver paura della democrazia”, paventando una scissione che sarebbe un errore clamoroso. Poi Renzi dà appuntamento ai suoi sostenitori: dal 10 al 12 marzo a Torino, al Lingotto.

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