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Renzi si prepara al Cdm decisivo: via il Senato, sul lavoro niente dietrofront

Domani il Consiglio dei ministri dovrebbe impostare il percorso verso l’abolizione del Senato e le riforme costituzionali. E sul decreto lavoro niente ripensamenti.
A cura di Redazione
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La conferma era arrivata durante la direzione nazionale del Partito Democratico di venerdì, durante la quale Renzi aveva ribadito la necessità (e la fretta) di procedere con il percorso di riforme intorno al quale ha impostato la sua reggenza a Palazzo Chigi. Così, nel Consiglio dei ministri di domani, il Governo dovrebbe approvare il disegno di legge costituzionale sulla riforma del Senato e sulla revisione del Titolo V della Costituzione. Sulla spinosa questione di Palazzo Madama, in particolare, Renzi ha intenzione di procedere in maniera spedita, respingendo le suggestioni di chi, come il presidente Grasso, continua a premere per la "conservazione" di una sorta di bicameralismo riveduto e corretto, con il Senato confermato come camera di eletti di primo livello (magari con una riduzione del numero di rappresentanti).

Sul progetto però, come ha ribadito alla direzione Pd, Renzi ha puntato troppo e non sono attesi passi indietro: "La necessità di fare riforme in tempi certi non nasce da una mia schizofrenia personale ma dalla consapevolezza che il rispetto dei tempi è elemento di credibilità con i cittadini e con le istituzioni internazionali". Sul Titolo V invece la riflessione si annuncia più complessa, anche in relazione all'imminente approvazione definitiva del ddl Delrio che ridefinisce le competenze delle province e determina un "alleggerimento" della rappresentanza territoriale (seppur compensata con un aumento del numero dei consiglieri comunali nei piccoli comuni).

Nessuna retromarcia invece sul lavoro, nonostante la marea di critiche piovuta sul decreto Poletti. Il Presidente del Consiglio, nel confermare la bontà del provvedimento, sa che la vera partita si giocherà sul ddl delega per la revisione degli ammortizzatori sociali. E, confermano ambienti vicini alla Presidenza, dal complesso dei provvedimenti emergerà la vera "visione di Renzi" sulla questione lavoro.

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