Renzi: “Noi se troviamo qualcuno in mare lo salviamo. Punto”
C’era grande attesa per l’intervento di Matteo Renzi in Senato, alla vigilia del Consiglio Europeo del 25 e 26 giugno, che avrà al centro il tema della ripresa occupazionale ma soprattutto della gestione della crisi nel Mediterraneo. Come vi abbiamo raccontato, con ogni probabilità il Consiglio approverà con qualche piccola modifica l’agenda per le migrazioni proposta dalla Commissione Juncker, che, tra le altre cose, prevede il meccanismo delle quote (anche se la distribuzione dei richiedenti asilo sarà decisa dai singoli stati), la missione contro gli scafisti (anche se per la vera e propria azione di contrasto bisognerà attendere la risoluzione Onu), il nuovo finanziamento di Triton e Poseidon ed in generale la proposta di “gestione collegiale” del fenomeno migratorio.
E proprio da questo concetto è partito Matteo Renzi, rivendicando il successo politico dell’azione del Governo, che è riuscito a far capire all’Europa che quello dei migranti è un problema comune. Del resto, come già anticipato dal capo del Dipartimento immigrazione Mario Morcone, il Presidente del Consiglio ha ribadito che “non è solo un problema di numeri, perché da soli ce la facciamo”, ma il punto è “che l’Europa non può permettersi di farci fare da soli, non può pensare di avere una politica estera affidata ai singoli Stati”. Dunque, ha continuato Renzi, “chiediamo all’Europa di farsi carico della situazione e prendersi cura delle persone assieme a noi”, ma l’Italia “deve giocarsi le proprie carte” ed ha “il dovere di intervenire”.
Nello specifico poi il capo del Governo ha ribadito che “deve essere chiaro che chi ha diritto di stare in Italia deve restare in Italia”, ma allo stesso tempo “la sinistra non deve avere paura del rispetto delle regole o della parola rimpatrio”. Una anticipazione di quelle che potrebbero essere le concessioni che il Governo italiano farà alla Ue in cambio del sistema delle quote, in sostanza, con la creazione dei tanto discussi “hotspot”, dei maxi centri in cui identificare, ospitare e valutare le domande di asilo dei migranti che sbarcano sulle nostre coste.
Ma c’è anche un altro passaggio molto significativo sull’intera questione, teso a calmare l’allarmismo sul rischio che i migranti portino malattie contagiose nel nostro Paese: “In queste ore ci sono polemiche che non condivido ma rispetto. Ad esempio ieri al G7 su una pandemia di scabbia. Il rischio di una pandemia nel Pianeta esiste sempre, ma va detto che nella realtà fisica la malattia non la portano gli immigrati, ma gli aerei di linea e gli scambi nel mondo globale”.