Renzi: “Se perdo il referendum vado a casa e smetto di fare politica”
Dopo il via libera della Camera dei deputati al disegno di legge di riforma costituzionale (che ora dovrà essere approvato nuovamente da Senato e Camera), torna a parlare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per farlo, sceglie il forum de La Repubblica dove risponde alle domande in diretta di Claudio Tito, a partire dalla spinosa questione della mancata (finora) depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina. Il Presidente del Consiglio conferma che “il reato sarà abolito perché inutile”, ma non subito, dal momento che serve “chiarire” quale sarà il pacchetto complessivo di norme che il Governo intende approvare sulla questione (l’idea di fondo è quella di una “stretta su chi delinque”).
Non poteva mancare un passaggio sulla questione delle riforme istituzionali, con il referendum che si annuncia come snodo cruciale per il futuro dell’esecutivo. Renzi conferma prima di tutto che “dopo le amministrative e il referendum avvieremo una discussione nel PD sul mio mandato come segretario” (che scade nel dicembre 2017), ma aggiunge: “Se perdo il referendum non solo vado a casa, ma smetto di fare politica”.
Quanto alla questione Quarto, si mostra invece piuttosto prudente: “Penso che la Capuozzo avrebbe dovuto denunciare le pressioni ricevute, ma non credo che avrebbe dovuto dimettersi. Il punto è che non è accettabile sentir dire dai grillini che loro hanno il monopolio della morale, considerando anche che da sempre le mafie cercano di infiltrarsi nei partiti. Però l’idea della diversità dei grillini oggi è venuta meno anche fra gli elettori”. Sulla pulizia interna ai partiti poi rivendica: “Noi abbiamo mandato in galera un nostro parlamentare, Francantonio Genovese che ora è passato a Forza Italia, votando sì alla richiesta di arresto. Perderemo forse le elezioni da qualche parte, ma non ci interessa”.
C’è tempo anche per una valutazione della situazione a livello europeo: “Il mio rapporto con la Merkel è ottimo, ma io sono semplicemente andato in Europa a dire di rappresentare un Paese che ogni anno mette 20 miliardi e ne prende 11. Insomma, noi facciamo i compiti, ma non possiamo andare a ricevere ordini”.