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Renzi: “Rispetto per il Family Day. Senza accordo su unioni civili voto secondo coscienza”

Il Presidente del Consiglio in un’intervista a tutto tondo a Rtl 102.5: “Il principio della libera circolazione Europea oggi è messo in discussione. Dobbiamo essere i più forti a richiamare il valore dell’Unione europea”.
A cura di Davide Falcioni
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Intervistato questa mattina da Rtl 102.5 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato i temi più caldi delle ultime settimane, a partire da quello che più di tutti sta facendo discutere, le unioni civili e le difficoltà a trovare la quadratura del cerchio non solo in Parlamento, ma persino all'interno del suo stesso partito. Per questo – parlando della mobilitazione convocata per il 30 gennaio dai sostenitori della "famiglia tradizionale" – il premier ha detto: "Dove c'è un popolo c'è sempre da avere un grandissimo rispetto. Ho visto che ci sarà anche una manifestazione dei sostenitori dei diritti lgbt. I ministri sono liberi di andare a tutte le manifestazioni che vogliono, non vedo perchè dovremo essere arrabbiati se uno o più ministri parteciperanno al family day o se altri andranno ad altre manifestazioni". Renzi aggiunge che "la legge sulle Unioni civili ci vuole, la stragrande maggioranza ha capito che la legge va fatta. Io credo che se non troveremo un punto di equilibrio bisognerà andare a votare in Parlamento a scrutinio libero con voto di coscienza. Totale rispetto per il Parlamento".

Inutile negare che il nodo più complicato da sciogliere è quello della Stepchild adoption. Secondo Renzi "dobbiamo avere un principio di riferimento, una stella polare: l'interesse del bambino. Ciò che importa è il diritto del bambino a crescere nell'ambiente considerato più giusto. Su questo tema c'è una discussione. Il Parlamento voterà, vedremo se troverà una soluzione alternativa, ma spero che si faccia la legge in un tono civile".

Il Presidente del Consiglio ha parlato però anche di migrazioni ed Europa: "Il principio della libera circolazione Europea oggi è messo in discussione. Dobbiamo essere i più forti a richiamare il valore dell'Unione europea. Non si bloccano i terroristi sospendendo Schengen. Alcuni terroristi sono nati nelle nostre città, c'è un misto di paura e mancanza di visione in questa ipotesi. Credo che sia mettere a rischio l'idea stessa di Europa. Spero che non succeda, ma non dipende dal governo italiano. Noi siamo per rafforzare i controlli, ma senza sospendere l'accordo di libera circolazione. Se avverrà, trarremo le nostre conseguenze". E a proposito delle recenti polemiche con Juncker, presidente della Commissione Europea: " Per anni si è pensato che i politici italiani dovessero andare a Bruxelles e dire sempre di sì perché senno magari avevano paura che qualche giornale facesse un articolo contro. Io credo fortissimamente nell’ideale europeo, mi emoziono a pensare che l’Europa sia il luogo della pace dopo centinaia di anni di guerra. Detto questo non è che siam qui come quelli che possono andare a Bruxelles come italiani sempre con il cappello in mano. Io chiedo che ci sia un grande investimento sul sogno europeo, ma contemporaneamente non è che l’Italia tutte le volte può essere quella che deve essere considerata l’ultima ruota del carro. Su troppe questioni l’Italia è considerata come un Paese a cui dover spiegare che cosa fare. Quel tempo lì in cui i politici italiani andavano a Bruxelles e dicevano sempre sì è finito".

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