Renzi: “Lo stipendio ai parlamentari? Diamolo in base alle presenze”
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Come vi abbiamo raccontato, nella giornata di lunedì comincerà alla Camera dei deputati l’esame del disegno di legge “Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, concernenti il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento”. È la proposta del MoVimento 5 Stelle per il taglio degli stipendi di deputati e senatori, a prima firma della deputata grillina Roberta Lombardi: in sostanza, si stabiliscono una serie di limitazioni sia all’indennità dei parlamentari che alle voci aggiuntive (diaria, rimborsi spese e per l’esercizio del mandato).
Sulla questione è intervenuto oggi anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ospite nel salotto di Lucia Annunziata, per la trasmissione di RaiTre In Mezz’ora. Renzi ha fatto una specie di “contro-proposta” al MoVimento: “Loro la buttano in corner quando sono in difficoltà, ma nel merito la proposta rischia di non funzionare. Il Pd studierà, ma il problema è come si taglieranno questi costi. Perché ai parlamentari invece dare l'indennità piena non la diamo per le presenze effettive in Aula? Loro giocano a fare i puri ma alla fine sono come gli altri. Di Maio ha il 37% delle presenze in Aula e allora diamogli il 37% dell’indennità”.
Poi Renzi è tornato sul referendum per la riforma della Costituzione, insistendo sul concetto di “semplificazione” e ribadendo che “non c’è una terza via”, anche se “si possono ovviamente avere dubbi su questa proposta”. Quanto alle parole di Padoan di stamattina, spiega: “L'elemento di discussione con l'Ue è il bilancio europeo dei prossimi anni, noi siamo impegnati in una battaglia storica perché il bilancio Ue tenga insieme diritti e doveri. Oggi l'Italia dà 20 mld di euro all'Ue, noi diciamo: almeno possiamo iniziare a far si che quelli che prendono soldi prendono anche i migranti?”