Renzi infiamma la base Pd: “Io sono pronto, voglio il voto degli uomini liberi”
"Che io ci stia facendo un pensierino si era capito", così commenta a caldo Matteo Renzi di fronte ai cronisti al suo arrivo alla Festa Democratica di Genova. Un intervento molto atteso e interrotto più volte dagli applausi delle migliaia di militanti presenti all'assise, nel quale Renzi ha affrontato una ad una le questioni più spinose all'ordine del giorno. A cominciare ovviamente dalla possibilità che sia lui a guidare il Partito Democratico dopo la reggenza di Guglielmo Epifani: una scelta che "spetta agli elettori", ma che comunque troverebbe Renzi più che disponibile, anzi entusiasta. Certo, "questo benedetto congresso andrebbe fatto entro il 7 novembre" ma, scherza Renzi al suo arrivo, "io comunque mi sono tenuto libero tutte le domeniche prima".
Un Congresso durante il quale Renzi non vuole "i voti dei renziani ma il voto di uomini liberi che hanno a cuore l'Italia", perché del resto "il primo che mi dice di essere renziano gli consiglierei un trattamento sanitario obbligatorio ed è ora di dire no alla politica che si riduce ad un cognome con un suffisso". A partire da una distinzione sul cosiddetto "gioco delle correnti", che sembra lacerare il Pd e che è stato al centro di una battaglia di nervi con l'ex segretario Bersani: "Quando Bersani si è dimesso, a lui ho riconosciuto non solo l'onore delle armi ma anche il rispetto della persona, però bisogna essere chiari e io non ho mai avuto paura di dire in faccia a Bersani che secondo me stava sbagliando tutto". Come in campagna elettorale, chiosa il Sindaco di Firenze, dove "se avessimo pensato un po' di più al lavoro dei giovani e meno a smacchiare il giaguaro al governo ci saremmo noi, senza Alfano, Brunetta e Schifani".
Ciò che serve al Paese, continua Renzi, "non è qualche aggiustatina col cacciavite", ma un cambiamento "radicale, una rivoluzione anche delle idee e dei comportamenti". Anche con qualche cambiamento nel quadro dirigente: "Io sono per rottamare anche certi personaggi dell'economia, non solo della politica. Non so se toccherà a me, ma l'Italia deve guidare l'Europa e non essere il fanalino di coda".