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Renzi: “Il PD resta a sinistra, i nostri elettori non moriranno democristiani”

Il Presidente del Consiglio al videoforum de La Repubblica: “Abbiamo portato il PD dal 25 al 40 percento, ora l’Italia sta ripartendo e le discussioni interne al partito non possono bloccarci”.
A cura di Redazione
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Torna a parlare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, con la partecipazione al videoforum de La Repubblica. Il primo passaggio è ovviamente dedicato al commento dei dati positivi sulle assunzioni e sulle trasformazioni dei contratti precari: “L’Italia sta ripartendo e la politica sta dimostrando di poter fare”. Sul lavoro, poi Renzi attacca: “Quello che stiamo facendo sul mercato del lavoro in Italia lo hanno già fatto Schroeder in Germania e Clinton negli Usa […] È una misura assolutamente di sinistra (il riferimento è all’abolizione dell’articolo 18, ndr)".

Da qui il discorso si sposta sul “futuro del partito”, con considerazioni chiare: “Il nostro non è un minestrone in cui entra di tutto, ma la casa del centrosinistra. È un partito di sinistra con una visione riformista del Paese che si allarga anche ai moderati, come avrebbe detto Veltroni è una continuazione del partito a vocazione maggioritaria”. Riguardo agli abbandoni, poi spiega: “Chi va via merita tutto il nostro rispetto ma non capisco…andarsene per far cosa? Io voglio bene a Civati, ma sono andato a vedere sul suo sito ed è scritto aderisci a Civati, cioè aderisci a un cognome. Dicevano a me che personalizzo ma chi se ne va pare che voglia fare formaizoni pesonali”. E anche a Fassina dice: “Io spero che resti, lo spero per lui, ma non può dire ad esempio che abbiamo perso le amministrative, perché non è vero. […] Abbiamo portato il Pd dal 25% al 40% e abbiamo vinto in Regioni in cui perdevamo da anni […] Non si può dire che nel partito non c’è la sinistra solo perché non ci sono D’Alema e Bersani tra i dirigenti. Il Pd fa i conti con una grande opportunità e una crisi di crescita, se vedo i numeri di quelli che se ne sono andati e chi è arrivato, soprattutto da Sel, il numero è positivo. Siamo aumentati anche nell'ala sinistra. Non è vero che c'è il rischio di smottamento al centro […] Certamente i nostri elettori non moriranno democristiani”.

Sulle Regionali del 31 maggio, l’affondo in Liguria: “La sinistra masochista ha chiesto le primarie, le ha perse e non ha voluto riconoscere la sconfitta. La candidatura di Pastorino serve a sottrarre voti alla Paita e far vincere Toti”. In Campania invece usa toni meno assertori: “Decideranno gli elettori su eventuali candidati impresentabili, che comunque non sono nel Pd ma in liste collegate. Probabilmente si poteva usare più cautela su De Luca, ma in ogni caso ci sono già delle sentenze di immediata sospensione della Severino”.

Quanto alle proteste sulla scuola, Renzi difende il suo provvedimento: “Siamo disponibili a fare degli aggiustamenti sui poteri dei presidi, come fatto anche in Commissione; sulla valutazione dei docenti possiamo discutere, ma non bisogna eliminare la qualità ed il merito, perché ci sono delle persone che sprecano il tempo dei nostri figli; sulla scelta delle singole classi da parte del preside, invece, non faremo passi indietro; il sistema delle graduatorie è molto burocratico e si entrerà solo per contratto”.

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