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Renzi: “La riforma ridurrà la classe politica più numerosa e costosa d’Occidente”

Nella consueta e-news settimanale, il presidente del Consiglio Matteo Renzi torna a parlare del referendum costituzionale e invita a votare sì tutti coloro che pensano che l’assetto istituzionale dello Stato italiano vada modificato. “Il sistema di doppia fiducia a Camera e Senato è una delle principali cause di instabilità italiana”.
A cura di C. M.
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Conferenza Matteo Renzi

"Sono molto soddisfatto perché finalmente si inizia a discutere del merito del referendum. Nessuno si lamenta più della personalizzazione del referendum e possiamo finalmente parlare di contenuti. C'è molta disinformazione sul referendum: intervistato dalla principale televisione cinese, la giornalista mi ha interrotto e mi ha chiesto perché volessi una riforma costituzionale che dà più poteri al premier. Le ho risposto dicendo la verità: i poteri del premier rimangono gli stessi, sia che vinca il no, sia che vinca il sì", così il presidente del Consiglio affronta nuovamente il tema del referendum costituzionale, che si terrà presumibilmente verso la fine di novembre, nella sua consueta e-news settimanale.

"Semplicemente: i poteri del premier non fanno parte di questo referendum. Nella Bicamerale D'Alema e nella riforma Berlusconi i poteri del premier cambiavano e addirittura si contemplava il potere del primo ministro di scioglimento delle Camere. In questa nostra riforma – quella che andrà al voto – i poteri del premier non sono neanche sfiorati. Pesi e contrappesi non cambiano. Si cambiano invece, per esempio, le regole del gioco sul turismo, restituendo allo Stato la strategia di promozione internazionale, anziché continuare con 21 strategie diverse. E sappiamo quanto bisogno vi sia di non parcellizzare la promozione all'estero in tanti viaggi che qualche volta assomigliano più a vacanze a scrocco anziché missioni internazionali".

In sostanza, secondo Renzi, la riforma costituzionale servirà a uniformare tutti quei poteri che attengono la centralità della gestione di diverse competenze, al momento demandate alle regioni italiane. Il presidente del Consiglio, inoltre, rinnova l'appello ai sostenitori del Sì e chiede a chi pensa che la riforma costituzionale s'abbia da fare, di dare una mano affinché le reali motivazioni alla base del disegno di legge targato Boschi vengano descritte a chi ancora oggi è dubbioso sul da farsi: "Cara Italia, vuoi cambiare? Basta un sì. Se invece le cose vi vanno bene così come sono, votate pure no. Ma a quel punto ci teniamo per decenni la classe politica più numerosa e costosa d’Occidente, la confusione tra Regioni e Stato centrale e un sistema di doppia fiducia a Camera e Senato che è una delle principali cause di instabilità italiana: 63 governi in 70 anni".

Nella e-news Renzi non parla solamente del referendum del prossimo autunno, ma pone l'accento anche sul G20 di Hangzhou, in Cina, a cui ha preso parte in questi giorni. "Un'occasione per riflettere sul rapporto con il governo cinese. Abbiamo avuto un incontro bilaterale con il Presidente Xi Jinping, con la comunità di italiani di Shangai, con una delegazione significativa di imprenditori cinesi, con gli studenti dell’università di Tongij tenendo fede alla consuetudine di incontrare in questi viaggi i giovani universitari: l’Italia è una superpotenza della bellezza e dell’educazione e crede alla diplomazia culturale", scrive il presidente del Consiglio. "Rispetto ai temi del G20 l’Italia ha insistito molto sulla necessità di coniugare crescita e giustizia sociale. Di investire contro la paura. Di non intestardirsi sulle architetture finanziarie senza coinvolgere i cittadini. E sul bisogno di lavorare come G20 in una modalità diversa dal passato, più capace di coinvolgere la classe media".

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