Renzi: “Due anni fa Paese incartato e depresso, con noi cambiamento radicale”
“È finito il cambiamento mondiale degli alibi, del vittimismo e della rassegnazione: ora chi vuol fare le cose ha le risorse per farle”. Con queste parole il Presidente del Consiglio Matteo Renzi traccia la linea del suo lungo intervento al Teatro Niccolini di Firenze, dove è in corso la manifestazione di “apertura” dei comitati elettorali per il sì al referendum confermativo sulla riforma della Costituzione. La lettura del segretario del Partito Democratico è del resto chiarissima: la riforma della Carta costituzionale si muove in continuità con il cambio di passo imposto dal Governo al Paese.
Spiega Renzi: “Sono passati più di due anni da quando abbiamo preso la responsabilità di guidare il Paese e abbiamo fatto tantissime cose, non si può non raccontare la verità. Certo, alcune cose le abbiamo fatte bene altre meno bene, ma due anni fa l'Italia era incartata dentro un atteggiamento di costante depressione politica, ora il Parlamento si è svegliato, è uscito da quello che sembrava un incantesimo e ha cominciato a fare le riforme. Il nostro lavoro di due anni ha prodotto un cambiamento radicale, il Pil è tornato col segno più, il lavoro è aumentato e in quasi due anni abbiamo permesso a circa 400mila persone in più di festeggiare la festa del lavoro, finalmente la classe media sta tornando a risparmiare e gli altri indicatori stanno migliorando”.
Tutto questo però, aggiunge Renzi, "non basta, perché ora ci aspetta una sfida più grande" e "dopo 63 governi dormienti" il Paese "sta cambiando passo". Ma per farlo, aggiunge, "è necessario che il lavoro fatto in questi mesi prosegua, con maggiore intensità": in tal senso, l'appuntamento di ottobre è snodo decisivo per il futuro dell'esecutivo. Sulle polemiche di questi giorni spiega: "La politica ha dimostrato che sa e vuole rinunciare alle persone, ai sindacati e ai corpi intermedi chiedo se sono in grado di farlo anche loro". Poi l'affondo: "Dopo che per 30 anni nessuno ha messo mano alla Carta, noi abbiamo fatto 6 letture in Parlamento e ora chiediamo il parere alle persone. C'è un bivio decisivo, fra l'Italia che dice sì e quella che dice sempre no. E per questo faremo una gigantesca campagna porta a porta per convincere gli italiani a dire sì. Io girerò come un globetrotter, noi gireremo come dei matti, ma non saremo noi a vincere questa battaglia, dovete essere voi a mobilitarvi. Io non cambio idea, se perdo vado a casa, perché la rottamazione vale anche per me".
All'esterno del teatro anche qualche decina di attivisti, in gran parte del Movimento di lotta per la casa di Firenze e risparmiatori di Banca Etruria, che hanno contestato il Presidente del Consiglio.