video suggerito
video suggerito

Renzi allo scontro con Bruxelles: “Niente manovra correttiva se si vota a giugno”

In risposta alle dichiarazioni di Moscovici di ieri sera, che ha sostenuto che le spese per il nuovo sisma di gennaio non potranno in alcun modo entrare nella trattativa attuale, il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi sta tentando di convincere i suoi a rifiutare le richieste dell’Europa, che vorrebbe una manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro per l’Italia, e rischiare la procedura d’infrazione.
A cura di Charlotte Matteini
163 CONDIVISIONI
ITALY-RENZI-EARTHQUAKE-AMATRICE

Prosegue lo scontro tra l'Unione europea e il governo italiano. Poche settimane fa, Bruxelles ha inviato al ministro dell'Economia Padoan una lettera chiedendo all'esecutivo di procedere a varare una manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro per non incorrere nella procedura d'infrazione. Secondo la Commissione europea, parte della manovra di bilancio varata lo scorso dicembre dal dimissionario governo Renzi andrebbe a pesare sul già gravoso debito italiano e per questo motivo è necessario predisporre gli adeguati correttivi. In risposta alla lettera di Bruxelles, il presidente del Consiglio Gentiloni ha inviato una missiva alla Commissione europea chiedendo lo sconto di circa 1 miliardo di euro dai 3,4 complessivi richiesti come correzione strutturale per coprire le spese del nuovo terremoto che il 18 gennaio scorso ha colpito il Centro Italia, ma nella serata di ieri il Commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici ha fatto sapere che Bruxelles non intende accettare la richiesta dell'esecutivo italiano perché la lettera della Commissione chiede risposte celeri e precisi e che al momento le spese per il nuovo sisma non entrano nella trattativa in corso, ma potrebbero essere esaminate dalla Commissione solo successivamente. La posizione di Bruxelles, come racconta il quotidiano La Repubblica questa mattina, ha letteralmente mandato su tutte le furie il Partito Democratico e il segretario Matteo Renzi. Nella serata di ieri il presidente del Pd Matteo Orfini aveva definito sconcertante la posizione di Moscovici e sostenuto che dopo la presa di posizione di Bruxelles ora la lettera della Commissione era chiaramente irricevibile.

Nonostante il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan abbia assicurato che la risposta richiesta dalla Commissione arriverà a breve, indiscrezioni però sostengono che il segretario del Partito Democratico ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi sia sul piede di guerra e che stia pensando di rifiutare le richieste dell'Europa, di non varare la manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro e rischiare così la procedura d'infrazione. Da una parte, quindi, il governo Gentiloni sta cercando di trovare un accordo con la Commissione europea, per diminuire lo sforzo economico richiesto e magari allungare i tempi di intervento, dall'altra, però, al Nazareno si punta a far saltare il tavolo della trattativa, soprattutto se le elezioni anticipate si svolgeranno entro il prossimo giugno.

Il governo Gentiloni vorrebbe avere tempo almeno fino a metà aprile sia per intervenire con il Def che per tentare di diminuire la portata dell'intervento economico strutturale richiesto. "Dopo avere ricevuto la missiva di Gentiloni, il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha fatto sapere al premier di essere pronto ad aiutare l'Italia, ma il clima all'interno della sua squadra non è dei migliori con i commissari popolari, guidati dai vicepresidenti Katainen e Dombrovskis, che spingono per essere inflessibili e chiedono una immediata procedura di infrazione se Roma non agirà in tempi rapidi", spiega Repubblica. Il problema fondamentale, come rilevato da Bruxelles in passato, è che l'Italia l'anno scorso ha già goduto di circa 19 miliardi di euro di flessibilità per il risanamento dei conti, altri 7 quest'anno e dunque è necessario ora intervenire con una correzione di manovra affinché il rapporto debito – Pil inizi a diminuire.

Matteo Renzi, però, sarebbe invece contrario a qualsiasi intervento correttivo in campagna elettorale, della stessa posizione sarebbe anche il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ma la posizione non è condivisa dall'attuale presidente del Consiglio Gentiloni che ieri ha sottolineato che "la decisione di non fare la manovra al momento non c'è".

163 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views