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Regione Lombardia. Indagati 40 consiglieri Pdl e Lega: “Cioccolato spesa istituzionale”

Nelle prossime ore saranno raggiunti da un invito a comparire. L’accusa, secondo Repubblica, è peculato. E più precisamente l’aver ottenuto rimborsi con soldi pubblici per spese quantomeno dubbie: si va dalle sigarette ai “cioccolatini dal nome francese”, fino alle munizioni per fucile da caccia.
A cura di Biagio Chiariello
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Non solo il Lazio di Fiorito. In queste ore sta emergono un nuovo scandalo legato ai rimborsi elettorali dei gruppi consiliari della Regione Lombardia. Lo scrive Repubblica, precisando che sarebbero circa 40 i consiglieri regionali di PdL e Lega Nord (quasi tutti quelli della giunta uscente del governatore Roberto Formigoni) che si vedranno raggiungere da un invito a comparire. Nell'inchiesta sono indagati i capigruppo dei due rispettivi partiti di centrodestra al Pirellone, Paolo Valentini (PdL) e Stefano Galli (Lega).

L’ipotesi è peculato: i consiglieri si sarebbero fatti rimborsare, come "spese istituzionali", un po' di tutto: dalle sigarette ai pranzi al ristorante, fino ai "cioccolatini dal nome francese" scrive Emilio Randacio su Repubblica. Tra gli oggetti acquistati coi soldi pubblici, finiti sotto la lente della Procura di Milano, ci sarebbero anche munizioni da caccia per 750 euro, comprati da un consigliere lombardo del Carroccio. E poi cappuccini e brioche, quattro pizze d'asporto, ma anche cocktail offerti agli amici, spese per macellerie e agriturismi, senza dimenticare i ristoranti alla moda o i più "sobri" McDonald's con scontrini nei quali viene indicato il menù per bambini Insomma, spese "istituzionali" alquanto dubbie.

A dare il via al nuovo presunto scandalo, sono stati gli accertamenti sui movimenti finanziari dell’ex presidente del Consiglio Regionale, il leghista Davide Boni, indagato per corruzione e degli ex assessore Pdl Massimo Buscemi e Franco Cristiani Nicoli, quest'ultimo arrestato l’anno scorso per mazzette in seguito alla concessione dei permessi di una cava per l’amianto. Quindi lo scorso 10 ottobre la Guardia di Finanza del Nucleo di polizia tributaria, su ordine del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e di pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio, è entrata al Pirellone per acquisire i rendiconti 2008-2010 relativi ai rimborsi. Come detto, al momento l'inchiesta coinvolgerebbe solo i consiglieri del Carroccio e del Popolo della Libertà, ma da quanto si è saputo, gli investigatori verificheranno anche le spese di altri gruppi consiliari, come quello del Pd.

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