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Referendum trivelle, c’è la data: si vota il 17 aprile

Il 17 aprile gli italiani si recheranno alle urne per esprimersi sul referendum presentato da nove Regioni.
A cura di Redazione
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Il prossimo 17 aprile gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi sul referendum contro le trivellazioni petrolifere presentato da dieci Regioni. Dopo l’ok della Consulta, che aveva dichiarato ammissibile il quesito proposto dalle Regioni, si attendeva solo l’ufficializzazione della data, questione sulla quale era sorte furiose polemiche tra i promotori della consultazione referendaria e il Governo. In molti, infatti, spingevano affinché il voto si tenesse in concomitanza con quello delle elezioni amministrative, nella giornata del 6 giugno.

L’election day, oltre a garantire un contenimento dei costi della consultazione, avrebbe garantito una maggiore possibilità di raggiungere il quorum del 50%, necessario per la validità del referendum. Sul punto, netta era stata la contrarietà del Governo, con il ministro dell’Interno Angelino Alfano che aveva parlato di “ostacoli di natura tecnica in via amministrativa”, ricordano che al momento non c’è una legge che regoli la possibilità di abbinamento del referendum abrogativo con le consultazioni elettorali amministrative.

La decisione di indire la consultazione alla prima data utile (l’intervallo di date entro il quale tenere il referendum è 15 aprile – 15 giugno) è stata presa anche per non sovrapporre la campagna referendaria con quella delle amministrative. Ricordiamo che il quesito sul quale si chiederà agli italiani di esprimersi verte sull’abrogazione della norma che stabilisce che le concessioni petrolifere o per l’estrazione di gas già rilasciate durino fino all’esaurimento dei giacimenti. Una eventuale vittoria del fronte del sì (quello dell'abrogazione) rappresenterebbe un colpo durissimo alle società che sono titolari delle concessioni governative e che potrebbero vedersi revocate le autorizzazioni con nuovi interventi legislativi. A presentare il referendum erano stati i consigli regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise.

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