Referendum sulla Costituzione: ok dalla Cassazione
Ora è ufficiale: il referendum sulla riforma della Costituzione si terrà il prossimo autunno. A deciderlo è stata la Corte di Cassazione. Da questo momento il governo italiano ha sessanta giorni per stabilire la data della consultazione. Al momento le ipotesi più probabili sono le date del 20 o del 27 novembre.
Approvato dai giudici anche il quesito referendario: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?". Come è noto, trattandosi di un referendum confermativo, a differenza di quello abrogativo non sarà necessario il raggiungimento del quorum del 50% più uno degli aventi diritto.
La sentenza della Cassazione è stata seguita da una nuova polemica del Movimento 5 Stelle contro il governo: "Ora che la Corte di Cassazione si è pronunciata Renzi deve smetterla di prendere in giro i cittadini italiani e indicare immediatamente la data in cui si andrà a votare per il referendum costituzionale. Ogni altro vergognoso tentativo di rimandare il voto alle calende greche, oltre a quelli messi in atto fino ad ora – proseguono – , rappresenterebbe una grave violazione delle regole democratiche e una mancanza di rispetto nei confronti di tutti i cittadini italiani".
I punti principali della riforma costituzionale
Ma quali sono i punti principali della riforma costituzionale che porta il nome del ministro Boschi, e che è stata approvata sia dalla Camera che dal Senato? In primis la nuova "magna carta" prevede la fine del bicameralismo perfetto: solo i deputati di Montecitorio verranno eletti dai cittadini e solo loro avranno l'onere di approvare le leggi ordinarie, mentre il Senato diventerà un organo composto da 100 membri, 95 dei quali verranno scelti dai consigli regionali, che indicheranno 21 sindaci e 74 consiglieri regionali. A questi si aggiungeranno 5 senatori nominati dal Capo dello Stato. Il "nuovo" senato non sarà dunque eletto dai cittadini con suffragio universale e potrà esprimere pareri sui progetti di legge approvati dalla camera e proporre modifiche, che tuttavia non saranno vincolanti.
La riforma costituzionale inoltre prevede una nuova modalità di elezione del Presidente della Repubblica: sarà necessaria la maggioranza dei due terzi dei voti fino al quarto scrutinio, poi basteranno i tre quinti. Il ddl Boschi prevede inoltre la soppressione del Cnel, cioè il Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro, mentre alcune materie finora di competenza regionale – come ambiente, gestione di porti e aeroporti, trasporti e navigazione e molte altre – torneranno di competenza statale. Importante novità anche per quanto concerne i referendum abrogativi, il cui quorum resta sempre del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, anche se si abbasserà qualora le firme raccolte dai cittadini promotori saranno 800mila, invece delle attuali 500mila: sarà sufficiente che vada a votare il 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche.