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Referendum, Renzi: “Se passa, i 500 milioni risparmiati andranno ai poveri”

Il Premier alla festa dell’Unità ammette: “Ho sbagliato a personalizzare il referendum, non è un voto sulla simpatia a Renzi, se passa il sì eliminiamo costi e posti della politica per più di 500 milioni l’anno”
A cura di Antonio Palma
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"Anche io ho sbagliato a dare dei messaggi: questo referendum non è il mio referendum, perché questa riforma ha un padre che si chiama Giorgio Napolitano. Ho fatto un errore a personalizzare troppo, bisogna dire agli italiani che non è la riforma di una persona, ma la riforma che serve all'Italia", così Matteo Renzi è intervenuto oggi durante la festa dell’Unità di Bosco Albergati, in provincia di Modena, provando a smarcare il suo nome dall'atteso referendum sulla riforma costituzionale su cui tanto si è speso in questi mesi. Ora c'è bisogno di parlare con tutti, anche fuori dalla maggioranza, ricordando che “se passa il referendum si eliminano costi e posti della politica per più di 500 milioni l’anno”. "Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno" ha poi aggiunto il Premier, assicurando: "A questa riforma nel merito è quasi impossibile votare no. Il referendum prevede un sì o un no, se si dice no rimane tutto come è adesso"

Immancabile la polemica con la minoranza dem che ha annunciato il suo no al referendum. "Parlamentari che hanno votato sei volte sì ora vogliono votare no: noi siamo pronti a camminare con voi, ma se ci dite di fermarvi, noi non ci fermeremo, se volete fermarvi vi fermate da soli" ha attaccato infatti il segretario del Pd, aggiungendo: "Dopo trent'anni c'è qualcuno che le cose le sta facendo, questo li manda fuori di testa e dicono no a prescindere.

"A tutti quelli che vogliono cambiare la linea del Pd e legittimamente anche il segretario dico che è anche casa vostra, è un vostro diritto e una nostra gioia confrontarsi ma chi vuole cambiare linea e segretario ha il congresso ogni 4 anni e non una volta al giorno, in tutte le tv e i talk show. Basta con la rissa continua" ha rincarato la dose Renzi, ricordando: "Se qualcuno ha la sindrome Bertinotti per cui chiede sempre di più per non ottenere nulla, io dico che noi dalla sindrome Bertinotti siamo immuni".

Proprio durante un botta e risposta con i militanti Pd Renzi si lascia scappare un'indicazione sulla data del voto per il referendum. "Volete ridurre il numero dei parlamentari, ridurre i costi della politica, eliminare enti inutili come il Cnel? Calmi, dovete votare a novembre, non ora" ha rivelato infatti Renzi ribadendo però subito dopo che la data precisa non è importante: "Trovatemi uno a Bosco Albergati o in Riviera, trovatemi uno che sulla spiaggia dice: sono tanto teso perché non so se si vota il 13 o il 20 novembre".

"La riforma è importante perché abbiamo preso un impegno con gli italiani dopo anni di chiacchiere" ha chiarito il presidente del Consiglio, sottolineando: "Il referendum non c'entra niente con la legge elettorale, non c'entra niente con la simpatia di Renzi. Se si dice no rimane tutto come adesso: vi tenete 945 parlamentari, vi tenete i parlamentari più pagati di Occidente. Poi nessuno si può permettere di alzare la manina e dire: voglio ridurre i costi della politica".

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