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La Crimea si stacca dall’Ucraina. Ora è ufficiale

Putin ha firmato il decreto che sancisce l’indipendenza della regione da Kiev. Ma Stati Uniti e Unione Europea non riconoscono l’esito del referendum in Crimea: pronto un documento congiunto che prevede sanzioni.
A cura di Davide Falcioni
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 Ore 19.55 – Putin firma l'indipendenza – Ora è ufficiale: la Crimea non fa più parte dell'Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin ha infatti firmato il decreto che sancisce l'indipendenza della penisola da Kiev.

UPDATE: L'autoproclamata Repubblica di Crimea si rivolge "all'Onu e a tutti i Paesi del mondo con l'appello a riconoscere lo Stato indipendente creato dai popoli della Crimea". Lo si legge nella dichiarazione approvata oggi dal Parlamento locale. Nel frattempo però l'Ucraina non ci sta: il parlamento ha approvato stamattina il nulla osta alla parziale mobilitazione dell'esercito. In Crimea la chiamata alle armi riguarda solo i cittadini "che hanno espresso volontariamente il desiderio di essere richiamati, anche rivolgendosi ai commissariati militari e alle basi militari". In questo quadro – durante il meeting dei ministri degli esteri dell'Unione Europea – sono state decise sanzioni nei confronti di 21 alti funzionari russi e Ucraini che avrebbero favorito la riuscita del referendum in Crimea: le sanzioni vanno dal divieto di uscire dal proprio paese (verso uno dei 28 che hanno partecipato al meeting) al congelamento dei beni.

Il risultato schiacciante del referendum in Crimea non verrà riconosciuto da Stati Uniti e Unione Europea. Sia da Bruxelles che dalla Casa Bianca a poche ore dall'esito della consultazione ci si è affrettati a giudicare le azioni dei russi "pericolose e destabilizzanti", e per questa ragione ben presto potranno essere decise le sanzioni già promesse da tempo nei confronti di Mosca. Anche l'Italia dovrebbe accodarsi ai provvedimenti che verranno intrapresi dall'Unione Europea e ieri sera Matteo Renzi, intervistato nel corso del Tg5, ha dichiarato: "La situazione in Ucraina è molto grave e drammatica – ha detto il premier -. Noi stiamo lavorando con Francia, Germania e Gran Bretagna perché si possano ridurre le frizioni e dare il messaggio che il diritto internazionale è difeso e salvaguardato, cosa che non sta avvenendo". In mattinata a Bruxelles si incontreranno i ministri degli esteri dell'UE e inizieranno a discutere i provvedimenti da adottare contro la Russia.

Il problema, però, è che mentre la condanna appare unanime in Occidente, sulle misure sanzionatorie ci sarebbero non poche divergenze. In tal senso sarebbe già pronto un documento ufficiale di condanna – visionato da La Stampa – nel quale si dichiara che il referendum in Crimea è illegale perché "tenuto con la visibile presenza di soldati armati in condizioni d’intimidazione per attività di civici e giornalisti". Se il Cremlino non farà un passo indietro, quindi, "il Consiglio ha stabilito di introdurre misure aggiuntive, fra cui restrizioni sui visti e congelamento finanziario delle persone che hanno minacciato o minato l’integrità territoriale dell’Ucraina". Inoltre, "è deciso di cancellare il summit Ue-Russia previsto a Sochi per la fine di giugno". Il documento, tuttavia, non è ancora stato approvato.

Secondo il ministro degli esteri, Federica Mogherini, "C’è ancora spazio per fermare la crisi. Tutti i canali diplomatici restano aperti, compreso il lavoro per la missione Osce. Molte delegazioni attendono ancora un segnale da Mosca sperando di non dover tirare il colpo".

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