Referendum Ilva: i cittadini di Taranto decidono sul futuro dello stabilimento

Oggi i cittadini di Taranto sono chiamati alle urne per decidere il futuro dello stabilimento dell'Ilva. Si tratta di un referendum consultivo cittadino sulla chiusura parziale o totale dell'Ilva di Taranto, che per essere considerato valido (e vincolante) dovrà essere sottoscritto dalla metà più uno degli aventi diritto. In pratica, considerando che il corpo elettorale totale della città pugliese è di 173mila unità, il quorum è oltre quota 86mila votanti. Una cifra difficilmente raggiungibile se si considera che alle ore 12 a votare erano stati in poco più di 4mila. Tuttavia, sono in molti a pensare che se si raggiungesse una percentuale del 25 – 30 percento, si tratterebbe di un risultato storico, che segnerebbe una "presa di coscienza" da parte dei tarantini e che in qualche modo "vincolerebbe" le scelte successive della politica.
Nello specifico, gli elettori sono chiamati a dire se "vogliono la chiusura di tutto lo stabilimento dell’Ilva “per tutelare la salute vostra e dei lavoratori dall’inquinamento” o se invece preferiscono la chiusura della sola area a caldo". In pratica, si tratta di chiedere ai cittadini di esprimere la loro preferenza in merito alla grande "questione" da anni connessa alle vicende dello stabilimento siderurgico. Una deliberazione "temuta" dai vertici dell'Ilva, come ricorda Repubblica, citando una telefonata del 2010 "tra il pr dell’Ilva, Girolamo Archinà (oggi in carcere) e il sindaco Ippazio Stefano (che oggi sarà alle urne, ma non ha indicato cosa voterà). Dice Archinà: «La data del referendum… la più lontana possibile». E Stefàno: «Va bene». Archinà: «Per farci stare un po' tranquilli». Stefàno: «Tranquilli, va benissimo, ciao Girolamo».".