Referendum Costituzione: si vota il 4 dicembre. Renzi: “La partita è adesso”
Oggi la decisione finale sulla data prescelta per il referendum sulla riforma costituzionale. Il Consiglio dei Ministri convocato per oggi pomeriggio a Palazzo Chigi ha fissato le consultazioni per il prossimo 4 dicembre. L'annuncio è stato dato in conferenza stampa dal sottosegretario Claudio De Vincenti, che ha precisato che si tratta di "una data anticipata rispetto all'ultima possibile. Non c'è un motivo particolare per cui sia stata scelta, ma pensiamo ci sia tempo per un confronto approfondito sulla riforma".
La scelta era tra questa data e il 27 novembre. La prima domenica di dicembre, però, sembrava già favorita, consentendo al governo di avere una settimana in più per la campagna elettorale e per i lavori alla Camera sulla legge di bilancio. D'altro canto è anche vero che il 4 dicembre è a ridosso del ponte dell'Immacolata, fatto che potrebbe attirare polemiche.
"Nel merito la questione è semplice. Vogliamo superare il bicameralismo paritario sì o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari sìo no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni sìo no? Vogliamo cancellare il CNEL sìo no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni sì o no?", ha scritto il presidente Matteo Renzi nella sua e-News in merito al referendum. "Vogliamo – ha aggiunto – avere un Paese più stabile e più semplice o vogliamo tornare alle bicamerali D'Alema-Berlusconi o consegnarci a una strana forma di democrazia diretta in cui una srl di Milano controlla la democrazia interna di uno dei più grandi partiti del Paese e si lega ai propri amministratori da contratti privati con tanto di penali da pagare?" La partita, secondo Renzi, "è tutta qui. Qui e ora. Chi vuole cambiare, ci dia una mano. Dandoci del tempo, chiamando un po' di amici, facendo il volontario sulla rete o tra la gente. Oppure costituendo un comitato. Come fare è spiegato su www.bastaunsi.it dove chi vuole può anche dare un piccolo contributo economico, prezioso per la campagna di comunicazione, che abbiamo iniziato a far girare. Ogni sforzo è importante. Può persino essere decisivo. La partita è adesso e non tornerà. Non ci sarà un'altra occasione. Sono certo che non la sprecheremo".
Le proteste delle opposizioni
"Il capo ha deciso 4 dicembre. Se poteva portava referendum a Natale. Ma due mesi in più di propaganda non cambiano esito. Tanto vince il No", ha commentato Arturo Scotto, deputato capogruppo di Sinistra italiana, contrario alla data di dicembre perchè ridurrebbe l'affluenza e farebbe recuperare il ‘Sì'. Per i deputati M5S della commissione Affari costituzionali della Camera si tratta di una "data indegna, Renzi non ha consultato le opposizioni, prestigiatore del gioco delle tre carte. Grave che Renzi abbia scelto la data del referendum costituzionale senza neanche consultarsi con le opposizioni. Ed è altrettanto grave e vergognoso che abbia negato ai cittadini, per così tanto tempo, la possibilità di esprimersi su un tema così delicato e importante, facendo un'indegna melina. Inoltre, se avesse potuto, il Presidente del Consiglio ci avrebbe fatto votare a Natale o, magari, a Capodanno, nella speranza di scoraggiare la maggioranza degli italiani, che è a favore del no, a recarsi presso le urne e nel tentativo di arrivare a mangiarsi il panettone".
Per Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, "il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, com'era ormai prevedibile sceglie di collocare la consultazione costituzionale nella data più lontana possibile: il 4 dicembre. Semplicemente il premier mai eletto tenta così, ancora una volta, di prendere tempo e di scappare dalla democrazia. Spera di sfruttare ancora per parecchie settimane i media e le televisioni prima dell'inizio della par condicio. Renzi se l'è cantata e se l'è suonata da solo, come sempre. Aveva detto che per individuare la data del referendum avrebbe sentito le opposizioni, avrebbe coinvolto anche le formazioni politiche che non sostengono il suo governo. Come al solito ha fatto l'esatto contrario di quanto annunciato. Non ha consultato nessuno. Ha imposto al Consiglio dei ministri il suo volere e i membri del suo esecutivo hanno ancora una volta accettato passivamente i diktat del capo". Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri considera la data del 4 dicembre "ridicola ma importante è votare". In questo modo, ha aggiunto "Renzi dirà più fesserie ma perderà voti. È chiaro che Renzi ha scelto la data più lontana possibile nell'illusione di raccontare bugie con la legge di stabilità e recuperare il terreno perduto. Più fesserie dirà, meno voti prenderà. Il giochino della data gli servirà a poco anche se costringe gli italiani ad andare a votare quasi a Natale".
Per Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, "finalmente gli italiani conoscono la data di scadenza di questo Governo abusivo: il 4 dicembre si vota e se vince il NO Renzi va a casa". "Il 4 dicembre io voto ‘no' per licenziare Renzi. E sabato 12 novembre a Firenzed gli diamo il preavviso", ha scritto il leader della Lega Nord Matteo Salvini su Twitter.
"Ancor più della manovra, il nostro appuntamento cruciale è il referendum" perché l'Italia ha bisogno "di una governance forte", ha affermato oggi il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Secondo il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, invece, è importante insistere sul fatto che questo "non è un referendum sul governo".
La polemica delle opposizioni era già montata nel corso della giornata, dopo le critiche dei giorni scorsi sul testo del quesito. "Oggi Renzi deciderà la data. Può scegliere di farci votare anche a Natale o Capodanno, ma pur di mandarlo a casa #iovotono", ha scritto stamattina su Twitter il segretario della Lega Matteo Salvini; mentre per Alfredo D'Attorre, deputato di Sinistra Italiana dopo essere uscito dal Pd, "il referendum è un diritto dei cittadini, non di Renzi. Fissarlo a dicembre per ridurre l'affluenza e far recuperare i Si' sarebbe davvero scandaloso". Dal palco della festa del Movimento 5 stelle di Palermo, invece, il sindaco di Roma Virginia Raggi ha attaccato: "Hanno tremato per il No alle Olimpiadi, col No al referendum vedranno la loro fine". La minoranza del Pd, infine, ha precisato che sulla data non farà polemica, pur facendo notare come sia fallito il tentativo di Renzi di "spersonalizzare" il voto.