Referendum anti-porcellum: Prodi e Veltroni scuotono il Pd, ma non tutti sono per la firma
Cresce significativamente la quota di "sì" a favore della campagna FirmoVotoScelgo, l'iniziativa che intende abrogare l'attuale legge elettorale, il cosiddetto "Porcellum" – battezzato dallo così stesso ministro leghista Roberto Calderoli che ne era stato l'autore – e ritornare così alla precedente, il "Mattarellum". Sbilanciarsi dal punto di vista delle cifre è ancora presto ma dal comitato organizzatore si fa notare che c’è una sorprendente incremento di adesioni in tutto il paese, cosa che farebbe capire quanto interesse ci sia per firmare. «Per il referendum promosso da Guzzetta sono stati stampati circa 70mila moduli. Noi siamo già ben oltre», dicono dal Comitato. E ieri due personalità illustri hanno fatto salire il numero delle sottoscrizioni: l'ex premier Romano Prodi e l'ex segretario del Partito democratico Walter Veltroni. Il primo ha messo la sua firma sul modulo recandosi all'Urp del Comune di Bologna, il secondo a Roma, in piazza del Pantheon.
«Ho firmato per dovere civico: è una cosa che sento per dare stabilità e forza alla nostra democrazia», ha affermato Prodi. «Vedo che la gente si pone il problema di una legge elettorale iniqua che deve essere sostituita – ha aggiunto il Professore, accompagnato dal presidente del Comitato pro referendum, Arturo Parisi – Mi auguro che firmino in tanti, che siano abbastanza per superare il quorum in modo che il referendum possa avvenire». In realtà, la speranza di Prodi è che la politica riesca da sola a produrre una nuova legge elettorale. «Se i partiti riuscissero loro, immediatamente, a fare una riforma elettorale, io sarei l’uomo più felice del mondo. Non abbiamo mica sposato il referendum per disturbare la gente. Se i partiti si mettono in gioco per una buona legge elettorale – conclude l'ex premier- va ancora meglio».
E nel pomeriggio, tra i turisti accorsi nella Capitale ha firmato anche Walter Veltroni «Prima ancora del referendum, il nostro obiettivo è fare una nuova legge in parlamento e questo è un fondamentale strumento di pressione per riuscirci,» ha detto l'ex segretario giunto in piazza insieme ad un gruppo di parlamentari fra cui Roberto Della Seta, Ermete Realacci, Mauro Agostini, Jean Leonard Touadi. «Il referendum ha già ottenuto un primo risultato, bloccare l'iniziativa che puntava a tornare al proporzionale, per di più con le liste bloccate. Ora – ha proseguito – può servire a spingere in Parlamento il ddl del Pd per un sistema elettorale a doppio turno fondato sui collegi uninominali.».
Veltroni ha quindi aggiunto: «Io sono convinto che in questo momento serva tutto l'impegno del Pd per dimezzare i parlamentari: non è vero, come dice qualcuno che ci vuole troppo tempo, basterebbero 90 giorni. E se passasse il dimezzamento dei parlamentari, poi si dovrebbe fare comunque la riforma della legge elettorale».
Chi invece non firmerà per il referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale è Pier Luigi Bersani. Secondo il leader del Pd, il partito deve andare avanti per la strada percorso fin ora, cioè la proposta di modifica della legge già presentata in Parlamento. «Io sostengo la nostra legge, spero che il referendum possa essere uno stimolo, se non ci si arrivasse meglio il referendum della ‘porcata'. Ma penso che io e gli altri segretari di partito debbano lasciare lavorare la società. Quando sarà ora di combattere, se il Pd decide di dare una mano, i risultati poi si vedono come si sono visti» negli ultimi referendum.
Per arrivare al mezzo milione di firme necessarie c'è tempo fino al 30 settembre, data ultima per il loro deposito in Corte di Cassazione. Se si arrivasse al referendum per la primavera 2012 si potrebbe andare a votare col nuovo sistema elettorale a fine legislatura, nel 2013.