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Referendum 2011: le reazioni degli esponenti politici dopo il raggiungimento del quorum

Gioia per il quorum raggiunto da parte degli esponenti del centrosinistra e del terzo polo. La maggioranza fa quadrato intorno a Berlusconi, ma non mancano le voci fuori dal coro.
A cura di Antonio Palma
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Referendum 2011

Con la conferma del raggiungimento del quorum per tutti i quattro quesiti  referendari arrivano tantissime dichiarazioni da parte degli esponenti politici dei vari partiti.

Chiaramente c’è euforia tra le file dei promotori dei referendum, Di Pietro si dice “orgoglioso, di aver fatto qualcosa di importante per il mio paese dopo aver fatto il magistrato”, ma anche tra i politici di centrosinistra che appoggiavano i Sì, D’alema dice ”c'è un senso di riscossa civica nel Paese, la volontà di partecipare, la voglia di contare da parte dei cittadini”, le stesse considerazioni vengono dalla Bindi che dice “Il dato prima che politico è culturale, penso che questo risultato sia il frutto di questa onda civica ed etica che si è messa in moto nel Paese”. Insistenti sono anche gli inviti alle dimissioni del governo: “Il governo è molto indebolito e sarebbe ragionevole che se ne andasse" dice lo stesso D’alema, gli fa eco Orlando dell’IDV che dice “L'Italia si è stancata delle parole del premier”.

Contentezza anche tra le file del terzo polo, “è ormai chiaro che la maggioranza e il governo sono totalmente sordi, incapaci di capire ciò che vogliono gli italiani. Il sì ai referendum è un no grande come una casa a questo governo" è ciò che scrivono in una dichiarazione comune Fini, Casini e Rutelli, al termine di un vertice del Terzo Polo. Briguglio, dell’FLI, sottolinea che è un risultato ottenuto anche grazie ai propri elettori: “gli elettori di Fli sono andati tutti a votare seguendo l'esempio del capo dello Stato e le indicazioni del presidente Fini. Nessuno di noi ha certo seguito l'esempio e l'invito di Berlusconi di andare al mare”.

Del tutto diverse, invece, le reazioni degli esponenti del centrodestra e del governo; è un continuo richiamo a non considerare questo risultato come un voto contro Berlusconi e l’operato del governo:  “Non è un test per il governo.  Io non sono andato a votare  e non sono mai intervenuto in questa campagna perché rispetto la scelta dei cittadini. Ritengo che questo referendum non abbia una valenza di contrapposizione tra maggioranza e opposizione, ci sono state posizioni molto trasversali” ha detto il presidente della Regione Piemonte Cota. Considerazioni analoghe dal ministro La Russa che dichiara “il fatto che il quorum sia stato raggiunto non cambia nulla per il governo”. C’è chi sottolinea che bisogna prendere atto della volontà popolare, Sacconi dice: “Bisognerà tenere conto delle decisioni che l'elettorato ha espresso in queste ore ma ciò non complica ne agevola il lavoro della maggioranza”.

La linea degli esponenti del governo sembra, quindi, quella di ridimensionare la portata politica del voto, Rotondi afferma “E' giusto inchinarsi alla volontà popolare ma il governo va avanti per il bene del Paese senza nascondersi che l'esito del referendum non è una bocciatura ma nemmeno una vittoria”. Anche se non mancano esponenti di centrodestra che criticano il governo e le sue scelte, come il leader della Destra Storace che ha ricordato che "la coalizione ha sottovalutato l'allarme" o come Scajola che vede il voto come un “segnale di forte disagio che l'opinione pubblica dimostra verso chi governa”.

Certamente il raggiungimento del quorum è una vittoria dei comitati promotori che ci hanno creduto, e a loro è riconosciuto tutto il merito dal leader di Sel Vendola che ha ricordato “il nostro pensiero e il nostro più affettuoso ringraziamento vanno ai Comitati referendari, a coloro che hanno raccolto le firme, a queste formichine della democrazia che non saranno mai invitati nei talk show, che non saranno mai sulle prime pagine dei giornali, ma che nonostante questo stanno regalando all'Italia un'occasione preziosa per irrobustire la nostra democrazia". Stesso riconoscimento è venuto dal segretario del Pd Bersani che ha annunciato di non voler organizzare dei festeggiamenti, ma che parteciperà alla celebrazione della vittoria “andando alla festa dei comitati referendari“.

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