Referendum 2011: il quorum è realtà. Trionfa il sì
Alla fine gli italiani hanno preferito il seggio al mare. L'invito di Silvio Berlusconi non è stato colto. I numeri infatti parlano chiaro: a votare per i Referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento è stato oltre il 57% degli aventi diritto e le percentuali in merito ai quattro quesiti pendono dalla parte del sì con quote plebiscitarie (per non dire bulgare): oltre il 93%. I dati per i quattro quesiti sono i seguenti: servizi pubblici locali (95,44% ha votato sì) tariffa servizio idrico (95,91% ha votato sì), nucleare (93,92% ha votato sì) e legittimo impedimento (95,05% ha votato sì).
Già la prima rilevazione sull'affluenza al voto, alle 12 di ieri (11,6%), aveva strappato un sorriso ai promotori. Sorriso che si era tramutato in speranza alle 22, quando la percentuale di votanti era oltre il 41%. Storicamente in occasione della seconda giornata di tornata referendaria alle urne si reca circa il 10% degli aventi diritto. Un numero che sommato a quello di ieri sera, avrebbe portato a raggiungere solo in teoria il quorum del 50% +1 dei votanti. Grande, infatti, era l'attesa nei confronti dell'affluenza alla urne dei 3.300.496 connazionali all'estero. Un numero che rendeva indispensabile che alle ore 15, per l'ultima rilevazione, l'affluenza si fosse attestata ad oltre il 53,50%.
Ma i numeri, lo ripetiamo, parlano chiaro: oltre il 57% degli italiani ha votato. Il referendum è valido. Anche senza il voto degli italiani all'estero (peraltro a più di due ore dall'inizio dello spoglio, non è stato ancora comunicato nessun dato sul numero dei plichi inviati a Roma dai consolati sparsi per il mondo). Non accadeva dal 1995 che una consultazione referendaria raggiungesse il numero di voti necessari per la sua validità. Neanche in occasione dei referendum sulla fecondazione assistita si mosse la coscienza degli italiani come in quest'occasione.
Il pronunciamento di oggi boccia in toto la politica del governo Berlusconi. La consultazione infatti dice no alla privatizzazione dei servizi pubblici, al piano energetico del governo, e a una legge ad personam come il legittimo impedimento. Insomma, viene censurata l'intera politica del Cavaliere.
La vittoria del quorum – comunicata peraltro dal ministro dell’Interno, Maroni, che, a urne ancora aperte, e violando la regola del silenzio, ha annunciato che il 50% +1 dei votanti era già bello che superato – e del sì indubbiamente è il risultato di una propaganda referendaria certosina messa in atto dai numerosi Comitati e associazioni che si sono impegnati per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del voto popolare. E' un risultato che rivela l'incedere di una "altra" Italia, che oggi esulta a dispetto dell'oscurantismo dei media televisivi e dei numerosi ostacoli interposti dal Governo, in merito all'atomo. Raggiante l'opposizione: "Stavolta non riesco a non ridere", ha detto a caldo Bersani. "questo è stato un referendum sul divorzio… tra il governo e il Paese!"
"Todo cambia" canta Mercedes Sosa. Ed è proprio il caso di dirlo che col risultato di oggi – che fa il paio con quelle delle elezioni comunali di qualche settimana fa – "tutto cambia" perché oltre 27 milioni di italiani ha detto "no" a Berlusconi.