Reddito di cittadinanza, nuovi paletti per accedere: l’assegno medio è sotto i 500 euro
In attesa del decreto che stabilirà le regole per il reddito di cittadinanza e la quota 100, iniziano a circolare bozze e simulazioni che riportano alcune delle novità riguardanti le misure fortemente volute da M5s e Lega e finanziate dalla legge di Bilancio. In particolare, per quanto riguarda il reddito di cittadinanza i cambiamenti rispetto alla versione iniziale sembrano essere significativi. La Repubblica illustra i contenuti di una bozza e, parlando di una misura che altro non è se non un “Reddito di inclusione ampliato”, mette in risalto i nuovi paletti e le nuove restrizioni introdotte. Rimarcando anche il crescente timore di non poter arginare davvero truffe e furbetti. Una delle certezze, secondo Repubblica, è che quasi nessuno prenderà i 780 euro al mese promessi dal M5s ai più poveri. Va ricordato che l'assegno sarà da 500 euro a persona, con un aumento di 280 euro per chi vive in affitto e di 150 per chi ha un mutuo intestato.
Il reddito di cittadinanza partirà ad aprile. Fino a quel momento rimarrà in vigore il Rei, con una spesa di 400 milioni per i primi tre mesi dell’anno. Poi subentrerà il reddito di cittadinanza con 6,1 miliardi stanziati. Sulla base di questa cifra, l’importo medio del reddito è di 493 euro al mese per i nove mesi del 2019, considerando una platea di 1 milione e 375mila famiglie. Un dato già anticipato dal Sole 24 Ore nelle scorse settimane. Quasi uguali sono i calcoli fatti da La Stampa, che parla di un importo medio di 498 euro. Il giornale torinese ricorda anche che le domande partiranno dal primo marzo, mentre il primo aprile i beneficiari riceveranno una lettera a casa con due inviti: il primo per andare alle Poste e ritirare la tessera già carica; il secondo per andare in un centro per l’impiego e sottoscrivere il ‘patto per il lavoro’.
I paletti per accedere al reddito di cittadinanza
Il primo criterio rimane quello dell’Isee: non deve essere superiore ai 9.360 euro annui. A questo si aggiunge il reddito familiare: non deve essere superiore ai 6mila euro annui per un single (in caso di affitto può arrivare a 9.360). Una soglia che aumenta per le famiglie con figli, arrivando a un massimo di 12.600 per chi ha quattro figli minori (per chi è in affitto il tetto è di 19.656 euro). Inoltre, si aggiungono 5mila euro per chi ha un figlio disabile. Altri limiti sono quelli immobiliari: non più di 30mila euro, oltre alla prima casa. Soglia da considerare è anche quella dei conti correnti, che devono rientrare in una fascia che va da 6 a 10mila euro. Inoltre, i richiedenti non devono aver acquistato auto di grossa cilindrata negli ultimi sei mesi, che diventano due anni nel caso di suv e navi da diporto.
Le tre offerte di lavoro
Ogni beneficiario del reddito di cittadinanza riceverà fino a tre offerte di lavoro. Se le rifiuterà tutte, il beneficio decadrà. Una delle novità delle ultimi versioni della misura riguarda la distanza dal luogo di residenza del lavoro offerto. Nei primi sei mesi l’offerta deve essere in un raggio di 100 chilometri. Tra i sei e i dodici mesi i chilometri diventano 250. Dopo un anno o dopo due offerte rifiutate decade il criterio della distanza e le offerte potranno provenire anche a 500 chilometri dal luogo di residenza. Ma, come sottolinea la Repubblica, per il momento non sono previsti ulteriori incentivi per chi, cambiando città per lavoro, è costretto a portare con sé anche la sua famiglia.
Gli incentivi per le imprese
La Lega vuole rendere la misura meno assistenzialista, puntando sugli incentivi alle aziende che assumono. Così un imprenditore che applicherà un contratto a tempo indeterminato e si impegnerà a non licenziare il nuovo lavoratore per almeno due anni, potrebbe intascare 18 mensilità del reddito. Per un totale stimato da Repubblica di 8.900 euro, considerando l’importo medio di 493 euro. Questo sistema potrebbe funzionare soprattutto per neolaureati e neodiplomati, più facili da individuare per l’azienda. Ma senza una totale efficienza dei centri per l’impiego, si fa più difficile trovare i disoccupati 40 o 50enni. Inoltre, nel caso dei giovani, si apre un altro rischio, quello dei finti cambi di residenza per avere un Isee e un reddito familiare più basso, escludendo dal computo i genitori, e poter quindi rientrare nella misura.