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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza, dalle maxi-sanzioni ai casi di esclusione: come cambia la misura

Con gli emendamenti approvati in commissione Lavoro al Senato il reddito di cittadinanza cambia ancora. Maxi-sanzioni per i lavoratori in nero che usufruiscono della misura, esclusione per chi è condannato in via definitiva per reati gravi e novità anche per le aziende, gli stranieri e chi ha da poco cambiato residenza.
A cura di Stefano Rizzuti
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Con le modifiche approvate in commissione Lavoro al Senato il reddito di cittadinanza cambia ancora. Maxi-sanzioni per il lavoro in nero, stop agli incentivi per i datori di lavoro non in regola con le quote dedicate ai disabili e revoca del reddito in caso di condanna definitiva per i reati gravi. Gli ultimi emendamenti approvati in commissione non comportano cambi sostanziali ma modificano alcune norme del decretone che stabilisce le regole per il reddito di cittadinanza e la quota 100 in tema di pensioni. Il provvedimento dovrebbe arrivare in Aula al Senato all’inizio della prossima settimana. Poi andrà alla Camera, dove potrebbe subire modifiche più ingenti.

Una delle principali modifiche riguarda le sanzioni che vengono aumentate del 20% per i beneficiari del reddito che lavorano in nero. Si applica, quindi, la stessa sanzione già prevista contro il lavoro per gli stranieri irregolari e per i minori in età non lavorativa. Per quanto riguarda i datori di lavoro, vengono annullati gli incentivi per l’assunzione dei beneficiari per coloro i quali non sono in regola con le quote obbligatorie di assunzioni dedicate ai disabili. Ma il bonus viene reintegrato se il lavoratore rientra tra le liste dei disabili. La commissione ha approvato anche un emendamento con cui si estende la decadenza del reddito per i nuclei familiari in cui è presente un lavoratore co.co.co – e non più solamente dipendente o autonomo – per il quale non sono state inviate le comunicazioni obbligatorie.

Più controlli per i cambi di residenza: in caso di separazione o divorzio avvenuto dopo il primo settembre 2018, per poter accedere al reddito è necessario che il cambio di residenza venga certificato da un verbale della polizia locale. Nuove norme anche per i casi di revoca del reddito per chi è stato condannato in via definitiva per reati gravi. Non solo quando si tratta di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ma anche: delitti contro l’ordine pubblico, delitti di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, attentato, associazioni di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, strage e truffa ai danni dello Stato. Sono, in sostanza, gli stessi reati per cui si prevede la decadenza in caso di indennità di disoccupazione, assegno sociale, pensione sociale o pensione per invalidi civili.

Stretta sugli stranieri extra-comunitari: i cittadini extra-Ue che non abbiano lo status di rifugiato devono presentare una certificazione rilasciata dalla propria ambasciata e tradotta in italiano per provare la composizione del nucleo familiare, pena l’esclusione dalla misura. Novità anche per chi si dimette nei 12 mesi precedenti alla presentazione della domanda: fatta eccezione per le dimissioni per giusta causa, chi si dimette non ha diritto al reddito. Ma la norma vale solo per il diretto interessato e non per tutto il nucleo familiare.

Le novità su quota 100 e pensioni

Poche le modifiche riguardanti le pensioni e la quota 100. È stato approvato un emendamento che consente anche agli statali andati in pensione con le vecchie regole di sfruttare l’anticipo del Trattamento di fine servizio fino a 30mila euro. Si potrà quindi usufruire del Tfs anticipato per chi è andato in pensione prima dell’entrata in vigore del decreto. Un’altra novità riguarda la pensione di cittadinanza: sarà possibile presentare la richiesta per ricevere il beneficio anche attraverso i patronati.

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