Rapporto UNICEF 2011: l’attenzione verso gli adolescenti
Questa mattina nel corso di una cerimonia presso la Sede della Conferenza Episcopale Italiana alla presenza del Cardinale Angelo Bagnasco (nei giorni scorsi al centro di polemiche legate indirettamente al caso Ruby), l'UNICEF ha presentato il rapporto "La condizione dell'infanzia nel mondo 2011" intitolato "Adolescenza, il tempo delle opportunità". Il rapporto mette in luce alcuni importanti miglioramenti che si sono avuti nelle condizioni dell'infanzia in tutto il mondo; purtroppo, però, sottolinea come tali miglioramenti necessitino di ulteriori notevoli passi avanti, soprattutto per i giovani di età compresa tra i 10 e i 19 anni, per cui si è fatto ancora troppo poco.
La mortalità sotto i 5 anni è calata del 33% negli ultimi vent'anni; oltretutto, ormai, nella maggior parte delle regioni dei paesi in via di sviluppo, le bambine hanno le stesse probabilità di accesso all'istruzione primaria dei loro coetanei maschi; migliorato anche l'accesso all'acqua potabile, alle cure mediche e alle vaccinazioni più importanti. Di contro sono ancora 150 milioni i bambini tra i 5 e 14 anni impegnati nel lavoro minorile, soprattutto nell'Africa sub-sahariana, mentre più di un milione di bambini nel mondo sono detenuti dalle forze dell'ordine.
Per quanto riguarda gli adolescenti, la situazione risulta essere ancora allarmante: attualmente sono 1,2 miliardi gli adolescenti in tutto il mondo, di cui l'88% del totale vive nei pesi in via di sviluppo, più della metà in Asia Meridionale ed Asia Orientale/Pacifico. Attualmente il 70% degli adolescenti in età da scuola media non la frequenta e, tra i frequentanti, c'è ancora molta disparità legata al sesso. Tra le giovani, in particolare, molto presente il problema del matrimonio precoce: attualmente nei Paesi in Via di Sviluppo una ragazza adolescente su cinque è sposata o convivente, con punte del 28% in Asia meridionale o, addirittura, del 59% nel Niger. Questi matrimoni precoci comportano, naturalmente, cicli negativi di gravidanze precoci con elevata mortalità legata alla maternità e malnutrizione. In Africa il 25% delle donne tra i 20 e i 24 anni hanno partorito prima di compiere 18 anni. Le ragazze, inoltre, subiscono maggiore violenza domestica o sessuale.
Un terzo terzo di tutti i nuovi casi di sieropositività su scala mondiale riguarda giovani tra i 15 e i 24 anni, con un rischio di infezione notevolmente più elevato tra le adolescenti e le giovani donne: la mancanza di informazione in merito alla trasmissione del virus è ancora un fattore determinante.
"L'adolescenza rappresenta un punto di svolta, un'opportunità per consolidare i progressi compiuti nell'ambito della prima infanzia, che altrimenti si rischierebbe di vedere cancellati" ha dichiarato il direttore dell'UNICEF Anthony Lake. L'obiettivo, dunque, per il nuovo decennio sarà potenziare l'istruzione e l'attenzione alla salute negli adolescenti e, soprattutto, nelle adolescenti, cercando di sottrarli anche alle forme di sfruttamento nel lavoro in cui incappano troppo spesso e nel reclutamento da parte di gruppi di militari che, ancora purtroppo, subiscono, come combattenti o come schiavi. Ed aiutarli ad affrontare anche le sfide che oggi affrontano e domani erediteranno, scaturite da politiche disattente al futuro: instabilità economica, cambiamento climatico, degrado ambientale ed urbanizzazione selvaggia.
(fonte UNICEF)