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Rapporto Istat, in Italia 8 milioni di poveri

Secondo il rapporto Istat “Noi Italia”, nel 2011 il 13,6 % della popolazione residente si è collocata nella fascia di povertà relativa. La situazione peggiore è al sud e nelle isole.
A cura di Antonio Palma
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Rapporto Istat, in Italia 8 milioni di poveri

E' un quadro sempre più sconfortante quello sulla situazione economica delle famiglie designato dai dati diffusi oggi dall'Istat nel suo rapporto annuale «Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo» che è una fotografia statistica dello stato di salute del Paese. Come rileva l'Istituto di statistica nazionale, in Italia infatti circa sei famiglie su dieci hanno un reddito inferiore a quello medio nazionale e più di otto milioni di persone sono considerate povere. Nel 2011 il 22,4% delle famiglie residenti in Italia presentava almeno tre delle difficoltà considerate per il calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, con un aumento rispetto all’anno precedente di oltre sei punti percentuali. Nello stesso anno infatti le famiglie in condizioni di povertà relativa erano l’11,1%, equivalente al 13,6% della popolazione residente. Una povertà che resta molto sbilanciata verso il Mezzogiorno visto che se si considera solo l'Italia meridionale e insulare, il valore dell’indicatore di deprivazione sale al 37,5%. Il reddito medio annuo più basso, il 28,6% in meno del dato medio italiano, si registra in Sicilia dove vi è anche la più elevata diseguaglianza nella distribuzione del reddito.

Altissimo livello di inattivi – Non va meglio se si prendono in considerazione i primi mesi del 2012, visto che solo il 42,8% delle persone dai 14 anni in su si dichiara molto o abbastanza soddisfatta della propria situazione economica, con una percentuale che si abbassa man mano che ci si sposta verso sud. Un dato che ovviamente riflette la situazione lavorativa del Paese visto che il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e 64 anni, pur non subendo variazioni significative rispetto all'anno precedente, nel 2011 si attesta al 37,8%, valore tra i più elevati d’Europa. Per quanto riguarda la disoccupazione, invece, aumenta sempre di più quella di lunga durata invece, che perdura cioè da oltre 12 mesi, e che nel 2011 ha riguardato il 51,3% dei disoccupati nazionali, il livello più alto raggiunto nell'ultimo decennio.

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