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Rapina in villa a Lanciano, il chirurgo aggredito: “Ero convinto ci avrebbero ammazzato”

Il racconto delle vittime della rapina in stile “Arancia Meccanica” avvenuta in una villa vicino Lanciano (Chieti). “Ero convinto che ci avrebbero ammazzato tutti e due perché ormai, con il sequestro, la violenza, ero certo che sarebbe successo il peggio”, ha detto al Tg1 Carlo Martelli, il chirurgo di 69 anni sequestrato e picchiato insieme alla moglie Niva Bazzan.
A cura di Susanna Picone
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È caccia ai malviventi che la notte tra sabato e domenica si sono accaniti contro una coppia residente a Lanciano, nella provincia di Chieti. Le vittime sono il chirurgo sessantanovenne in pensione Carlo Martelli, presidente della Anffas Onlus locale, e la moglie Niva Bazzan. Marito e moglie sono stati aggrediti nel corso di una rapina in stile “Arancia Meccanica” da una banda di malviventi incappucciati e legati intorno alle 4 del mattino nella loro abitazione in località Villa Carminiello a Lanciano. I rapinatori cercavano la cassaforte nella villa del medico e sarebbe stata proprio la sua mancanza a far scattare la violenza contro la donna che ha subito il taglio del lobo dell'orecchio destro. Dalla prima testimonianza resa dalle vittime, il lobo dell'orecchio della donna sarebbe stato mozzato con una specie di piccola roncola con il manico di legno che i banditi avrebbero trovato nella taverna sottostante l'abitazione. I coniugi sono stati tenuti in ostaggio per due ore durante le quali uno dei malviventi sarebbe rimasto con Martelli e la moglie, mentre gli altri tre, con l'auto della donna, si sono recati a una filiale Bnl per prelevare dopo essersi fatti consegnare le carte di credito. In casa c’era anche il figlio disabile della coppia, fortunatamente rimasto illeso. Si ipotizza, secondo le prime informazioni, anche la presenza di un quinto bandito che forse fungeva da palo.

Il medico dall'ospedale: "Mi dicevano: ‘Taglio a pezzetti sua moglie'" – Carlo Martelli e Niva Bazzan sono stati portati in ospedale dopo la notte di violenza. La donna è in chirurgia dove i medici stanno verificando la possibilità di ricucire il lobo dell'orecchio tagliatole dai malviventi. L’uomo ha riportato un trauma cranico facciale per i numerosi pugni ricevuti ed è sotto osservazione all'unità multiservizio del nosocomio di Lanciano. “Ero convinto che ci avrebbero ammazzato tutti e due perché ormai, con il sequestro, la violenza…ero certo che sarebbe successo il peggio”, ha detto dall’ospedale al Tg1. “Sono stato sbattuto a terra e poi legato mani e piedi, tipo incaprettatura. Nel frattempo mia moglie è stata presa e l'hanno legata. Uno solo parlava e diceva: ‘O ci dite dov'è la cassaforte o taglio sua moglie a pezzetti’”, ha aggiunto il chirurgo. Sul caso indagano la Squadra Mobile di Chieti e gli uomini del commissariato di Lanciano.

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