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Raphael Rossi, numero uno di Asia: legalità e professionalità per uscire dall’emergenza rifiuti – INTERVISTA

A Torino la professionalità di Raphael Rossi e la sua onestà furono punite: aveva evitato uno spreco di milioni di euro all’Amiat. Luigi De Magistris, come primo atto da sindaco di Napoli, lo ha voluto a capo dell’Asia durante l’apice più drammatico dell’emergenza rifiuti partenopea. Raccolta differenziata, progetti nuovi e riduzione delle spese, l’intervista del “signor Rossi” ai microfoni di Fanpage.it.
A cura di Alessio Viscardi
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De Magistris inaugura la nuova isola ecologica al quartiere Barra

A Napoli da poco più di un mese e si è già confrontato con il Moloch dell'emergenza rifiuti. Raphael Rossi, 35 anni, è l'uomo chiamato dal sindaco De Magistris a risollevare le sorti dell'Asia – la municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti della città – che è al centro di alcune inchieste sulla passata gestione e sui sub-appalti che hanno fatto da sfondo ai roghi e le proteste contro le discariche degli ultimi mesi. Lo abbiamo incontrato nel suo ufficio al settimo piano degli stabilimenti Asia.

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Il primo impatto è stato molto duro per Raphael Rossi: l’entità dei problemi, molto stratificati e connessi tutti tra loro, gli ha fatto vivere più di un mese in stato di emergenza. La difficoltà degli smaltimenti è stato il nodo centrale: il Comune di Napoli ha – per legge – il compito di raccogliere i rifiuti, mentre ad altri soggetti (Provincia e Regione) spetta la gestione dei siti e dei flussi. “In certi momenti abbiamo avuto 30 mezzi fermi in coda agli impianti per più di 24 ore” e una cosa normale come la raccolta rifiuti è divenuta critica. Il dato economico, inoltre, ha visto l’Asia in ginocchio: debiti, fornitori e sub-appaltatori che dovevano essere retribuiti a casse vuote. Questo ha generato, soprattutto nel centro storico, scioperi e blocchi della raccolta giornaliera.

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Nelle ultime settimane, le giacenze in strada sono notevolmente diminuite. Da quasi sette giorni, l’Asia comunica che si è scesi per la prima volta sotto le mille tonnellate. Secondo il presidente Rossi, si tratta di una situazione “assurda” perché i conferimenti non sono bloccati, ma rallentati. I rifiuti di Napoli vengono smaltiti giorno per giorno in luoghi diversi, indicati – nemmeno sempre – dagli organi preposti a tali mansioni. Ogni giorno la città produce 1200 tonnellate, la raccolta intensiva permette di rimuovere sostanzialmente il giornaliero, lasciando in terra l’accumulo dei mesi precedenti. Con l’arrivo dell’estate e la partenza per le vacanze, la produzione giornaliera è diminuita e questo ha permesso agli operatori di rimuovere anche la giacenza accumulata.

“L’anomalia di questa situazione è il rallentamento dei conferimenti, che produce costi assurdi dovuti alle lunghe code che immobilizzano i mezzi davanti agli impianti di conferimento”. Provincia e Regione non indicano i luoghi dove scaricare, questo ha reso necessario all’amministrazione cittadina di prevedere un piano per rendersi autonoma – da settembre partiranno le prime navi di rifiuti verso un misterioso paese straniero, nel frattempo è giunta la solidarietà – retribuita degnamente con compensazioni ambientali di natura economica – di regioni come la Liguria, il che ha permesso di migliorare la situazione napoletana.

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“ Raggiungeremo il 70% di raccolta differenziata in sei mesi, è sicuro! ”
Luigi De Magistris
Il nodo centrale resta l’obiettivo dichiarato dal sindaco Luigi De Magistris all’atto del suo insediamento a palazzo San Giacomo, ribadito diverse volte in questi primi cento giorni di mandato – anche nel recente incontro con il presidente Berlusconi: “Raggiungere il 70% di raccolta differenziata in sei mesi”. Raphael Rossi è stato uno dei tecnici che hanno progettato la raccolta differenziata di Napoli, in particolare le sperimentazioni ai Camaldoli nel 2008. Il neo-presidente di Asia reputa credibile e possibile il raggiungimento dell’obiettivo fissato dal sindaco: “Non si tratta di importare a Napoli il modello che funziona nelle altre città italiane, ma di estendere il modello di successo partenopeo dai pochi quartieri in cui è già praticato con picchi del 70% al resto della città”. Infatti, la raccolta differenziata a Napoli si effettua già in alcune zone di alcuni quartieri, tra cui anche i popolari Ponticelli, San Giovanni a Teduccio e Scampia.

Il servizio copre già 145 mila abitanti per il 66% della produzione di rifiuti, entro settembre sarà esteso a oltre 300 mia abitanti e l’obiettivo per il 2012 è di coprire oltre 500 mila abitanti. La qualità della raccolta attualmente prodotta è molto alta, con piccoli livelli di impurità del materiale.

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L’Asia grava sulle casse del Comune di Napoli per 170 milioni di euro all’anno, costi “significativi” ma che sono già sotto la lente d’ingrandimento della nuova amministrazione. I costi sono aumentati a causa dell’emergenza rifiuti, soprattutto per le lunghe ore di attesa davanti agli impianti di conferimento che significano consumo di carburante e la necessità di pagare straordinari al personale.

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Negli anni passati, come stanno dimostrando le indagini sulle ditte in sub-appalto Enerambiente, Davideco e San Marco, la gestione è stata piuttosto “oscura”, ma il nuovo presidente ha già cominciato un’opera di epurazione di tutti quei dipendenti/consulenti che si siano resi protagonisti di truffe e comportamenti poco chiari.

La scelta di affidare a compagnie esterne la raccolta dei rifiuti, in sub-appalto, fu dovuta al fatto che questa era già effettuata da alcuni privati a Napoli. Quando nel 1999 il Comune diede vita all’Asia, voleva riprendere sotto la propria gestione il servizio di raccolta. Ovviamente, per farlo, ci si è dovuti attenere a quanto stabilito per legge e assumere nel corpo aziendale i lavoratori di bacino e delle altre società precedentemente impiegate nel processo, oltre che ad affidare interi lotti della città ad appaltatori. L’obiettivo dell’amministazione è accentrare in Asia tutta la raccolta dei rifiuti e la raccolta differenziata, ma non nell’immediato per la carenza di personale e di risorse finanziarie.

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Nei giorni scorsi, un video è comparso su Youtube: mostra un autocompattatore, si legge nel testo che secondo l’autore è un camion di Asia, sorpreso a sversare rifiuti in strada a Giugliano – comune limitrofo a Napoli nell’area nord della città. Il presidente Rossi nega con forza che quello sia un mezzo dell’Asia e chiede un po’ di fiducia nella nuova gestione.

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Una gestione che prevede anche l’amministrazione della discarica S.A.R.I. di Terzigno, nonostante si trovi fuori dalla città di Napoli e che in quell’invaso l’Asia non possa più sversare. La gestione del sito è effettuata in partenariato con la Ecodeco “ma esclusivamente come servizio al territorio, non traendone noi alcun beneficio. Abbiamo voluto mantenere gli impegni presi in passato e dare un messaggio di responsabilità”.

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La nuova amministrazione di Napoli è sorta grazie a un vento nuovo che sta spazzando l’attivismo sociale. Ne sono un esempio movimento come i Friarielli Ribelli e CleaNap: privati cittadini che si organizzano sul web per ripulire le strade soffocate dall’emergenza rifiuti e dall’incuria. “Abbiamo dato il nostro appoggio come Asia quando abbiamo potuto, ovviamente è nostro compito pulire la città ma è altrettanto importante che i cittadini capiscano che è loro dovere non sporcare inutilmente”. Capita spesso, assicura Raphael Rossi, che dopo che gli operatori Asia hanno ripulito una strada, arrivano cittadini a tutte le ore che abbandonano i rifiuti più svariati (spazzatura, residui di edilizia, elettrodomestici guasti).

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Raphael Rossi oltre a essere un tecnico preparato è anche un importante esempio di legalità. Come dirigente dell’Amiat di Torino, rifiutò una tangente e denunciò l’allora presidente che gliel’aveva proposta, evitando l’acquisto di macchinari inutili e salvando la città da una spesa di diversi milioni di euro. “È importantissimo che la nuova amministrazione cittadina abbia scelto la legalità, per la prima volta è Napoli che insegna qualcosa a Torino – dove il mio impegno fu addirittura punito”.

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